martedì 17 gennaio 2017
L'associazione di lotta ai tumori, con 102 milioni di euro, sosterrà i progetti di 5mila ricercatori impegnati a sconfigge i tumori in Italia. Intanto i dati della sopravvivenza migliorano
Il motto dell'Airc per arrivare a rendere curabile la malattia (foto tratta dal sito www.airc.it)

Il motto dell'Airc per arrivare a rendere curabile la malattia (foto tratta dal sito www.airc.it)

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Investire in ricerca è l'unico modo per sconfiggere il cancro. Perciò l'Airc (Associazione italiana per la Ricerca sul cancro) e la sua Fondazione (Firc) hanno assegnato in questi giorni 102 milioni di euro per finanziare 602 progetti di ricerca e 78 borse di studio. In questo modo, così, circa 5mila ricercatori possono continuare a lavorare in laboratori di università, ospedali e istituzioni di ricerca in tutta Italia, prevalentemente in strutture pubbliche.

Un vero e proprio esercito di scienziati - composto per il 63% da donne e per il 52% da under 40 - impegnati a rendere il cancro sempre più curabile. Si tratta dei migliori ricercatori italiani i cui progetti sono stati selezionati con un severo processo di valutazione, da una équipe internazionale. Un risultato possibile grazie alla fiducia di 4,5 milioni di sostenitori e all’impegno di 20mila volontari attivi su tutto il territorio che, sabato 28 gennaio, faranno ripartire le attività di raccolta fondi per il nuovo anno, tornando in oltre 2.700 piazze per distribuire le Arance della Salute.

«Le risorse appena stanziate da Airc e Firc danno ai ricercatori italiani nuove armi per la lotta contro il cancro – sottolinea
Federico Caligaris Cappio, direttore Scientifico Airc – Per vincere questa sfida da tempo siamo impegnati a far crescere una nuova generazione di scienziati. Parallelamente portiamo nuova linfa a centinaia di programmi di ricerca pluriennali guidati dai migliori ricercatori italiani, sostenendo il lungo lavoro che porta ai risultati scientifici utili ai pazienti».

I dati di sopravvivenza confermano la qualità della ricerca italiana e vedono il nostro Paese al vertice in Europa per numero di guarigioni: la sopravvivenza a cinque anni è infatti migliorata rispetto al quinquennio precedente sia per gli uomini (55%) che per le donne (63%).



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