mercoledì 6 luglio 2016
Una sorta di Milleproroghe agricolo: riduzione dei tempi per aprire un’azienda e delega al governo per favorire il ricambio generazionale, misure per l’innovazione e interventi mirati su singole filiere. Martina: «Fondamentale». (Paolo Viana)
Agricoltura, collegato approvato alla Camera
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Il Senato ha approvato oggi in via definitiva il collegato agricoltura, già approvato alla Camera. Entusiastico il commento del ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, secondo il quale siamo di fronte a un «provvedimento fondamentale». Il collegato contiene in effetti una serie di deleghe al governo per la semplificazione, la tutela del reddito, il ricambio generazionale e una migliore organizzazione.

Il collegato è una sorta di Milleproroghe agricolo in cui troviamo la riduzione da 180 a 60 giorni dei tempi per aprire un’azienda agricola, l’eliminazione del fascicolo aziendale per i piccoli produttori di olio ma anche la delega al governo per favorire il ricambio generazionale, misure per l’innovazione trasversali e interventi mirati a singole filiere, come il pomodoro e il riso. Martina, peraltro, non ha dubbi: appena strappato il voto di Palazzo Madama ha pubblicato una nota in cui dichiara che «iI collegato agricolo è un provvedimento fondamentale che arriva alla fine di un lungo e approfondito lavoro in Parlamento. Come Governo raccogliamo la sfida di innovare e sviluppare un settore cardine per l’economia italiana. Le parole d’ordine sono semplificazione, tutela del reddito, ricambio generazionale e organizzazione. Su questi quattro assi possiamo costruire le basi per il futuro dell’agricoltura italiana. Il collegato ci dà più armi in questa battaglia. Bene anche l’attenzione alle filiere dal pomodoro al riso, dall’innovazione nel biologico alla definizione per la prima volta della birra artigianale. In questo ambito possiamo sviluppare un interessante lavoro che coinvolge tanti giovani produttori. Coglieremo tutti gli spazi a disposizione anche per rinnovare gli strumenti di gestione delle crisi, che sono uno dei punti più delicati per difendere il reddito dei nostri agricoltori. C’è tanto lavoro da fare, siamo pronti a dare il massimo impegno».

Un giudizio che non tutti condividono, per quanto chi critica il provvedimento, in genere, sia concorde nel ritenere venuto il tempo delle riforme ma non condivida un uso così penetrante della delega che, trasferendo tutti i poteri mani del governo, impedisce la partecipazione alle decisioni finali o, comunque, la riduce a una serie di compromessi tra il Ministro e i vertici delle confederazioni agricole. Anche questa, tuttavia, è semplificazione, anche questa è efficienza: di entrambe il mondo agricolo ha un gran bisogno, tant’è vero che sia la Lega che il M5S, che non possono essere sospettati di tenerezze nei confronti del governo ma che hanno solidi legami con la base agricola del Paese, oggi hanno preferito astenersi, piuttosto che votare contro il collegato.

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