mercoledì 8 febbraio 2017
La questura: «Situazione difficile, non andrà in carcere». L'arcivescovo Caiazzo: risposte concrete all’emergenza povertà che affligge un numero sempre più ampio di famiglie.
Agricoltore rapina banca per curare figlia. Poi confessa
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Ruba 1.500 euro nell’agenzia della Banca Popolare Pugliese di Scanzano Jonico (Matera) minacciando il cassiere con un taglierino. Ma dopo rapide indagini, la Polizia lo scopre. Fin qui la cronaca sarebbe comune ad altri episodi simili. A fare notizia è il racconto delle motivazioni che hanno spinto un agricoltore di 32 anni, con un paio di precedenti per episodi predatori, a compiere il gesto. All’arrivo degli agenti nella sua abitazione, ha confessato in lacrime di essersi visto costretto a rapinare la banca perché impossibilitato a pagare le cure mediche per la sua piccola figlia e perché oppresso economicamente dal peso delle bollette da pagare.

«Fermo restando che resta un gesto da condannare – ha dichiarato ad Avvenire il vice questore aggiunto della questura di Matera, Maria Luisa Fasano – abbiamo deciso di non richiedere la misura cautelare in carcere per l’autore del furto, che è stato spinto a questo gesto estremo da una situazione contingente particolarmente difficile. Portarlo in carcere avrebbe aggiunto un ulteriore elemento di instabilità al quadro familiare, già provato da una pesante crisi economica, acuita dalle ultime calamità atmosferiche che hanno messo in ginocchio l’agricoltura lucana ». La mattina del furto, infatti, il rapinatore era disperato perché non aveva potuto raccogliere neanche alcuni prodotti agricoli da vendere, decidendo così di rapinare la banca, dove è andato con la sua auto.

«È l’ennesima storia di povertà economica e morale che affligge il nostro Sud e il territorio lucano in particolare – ha affermato l’arcivescovo di Matera-Irsina, Antonio Giuseppe Caiazzo –, e che ci impone un’analisi rigorosa e responsabile. Sappiamo bene che un furto non rappresenterà mai la soluzione dei problemi, ma non possiamo rimanere indifferenti di fronte al ripetersi di questi gesti disperati. C’è bisogno di elaborare risposte concrete all’emergenza povertà che affligge un numero sempre più ampio di famiglie. Tocca alle istituzioni trovarle». Il presule ha poi aggiunto di aver «apprezzato il 'lato umano' dello Stato che ha evitato a quest’uomo di finire dietro le sbarre, tenuto conto della confessione del reato».

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