giovedì 13 febbraio 2020
Il nodo è la riforma del processo penale. Conte: così opposizione aggressiva. E poi telefona a Mattarella
Il leader di Iv Renzi e la ministra Bellanova in Senato

Il leader di Iv Renzi e la ministra Bellanova in Senato - Ansa/ Maurizio Brambatti

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Il dossier giustizia resta il più caldo per il governo, mentre Italia Viva insiste nel suo no sulla prescrizione, votando anche con l'opposizione. È infatti stato bocciato l'emendamento sulla prescrizione proposto da Forza Italia al decreto intercettazioni, all'esame della commissione Giustizia del Senato. Ha avuto 12 voti a favore e 12 contrari (il pareggio al Senato equivale a un no) e il senatore di Italia viva Giuseppe Cucca ha votato insieme all'opposizione.

E in più le due ministre renziane Teresa Bellanova ed Elena Bonetti non hanno preso parte al Consiglio dei ministri di questa sera. Assenza che sembra anche un modo per ribadire la distanza sul lodo Conte bis che stasera dovrebbe essere discusso con la riforma del processo penale. "Il presidente del Consiglio non può dire che è un'assenza ingiustificata perché lo dice il preside di un istituto. Noi stiamo marcando una battaglia politica", scandisce Renzi in una diretta Facebook.

Intanto, il vicesegretario dem Andrea Orlando dice che lasciare il governo «impantanato all'infinito» sulla prescrizione non è un bene «ma i governi possono cambiare e si può andare a votare». L'esponente dem, quanto invece all'ipotesi di maggioranze alternative, chiarisce che «non siamo interessati a questo disegno».

Ma è il leader di Italia viva Matteo Renzi ad intervenire nella sua Enews, ricordando che «sulla battaglia della giustizia giusta non molliamo perché è una questione di civiltà». La Corte Costituzionale ieri ha affrontato i primi ricorsi contro le leggi di Bonafede dello scorso anno e, ricorda il senatore annunciando per il 27 febbraio a Roma l'evento "Giustizia Giusta", «ha già pronunciato la prima sentenza di incostituzionalità. E chiaramente incostituzionale è anche la proposta contenuta nel cosiddetto Lodo Conte». E Renzi aggiunge, riferendosi al Pd: «Noi con i garantisti, gli altri con i giustizialisti». Quanto poi al ministro Bonafede, che ha accusato Iv di «molestarlo», conclude: «Gli diamo due mesi di tempo. Se le cose cambiano, bene. Altrimenti ci vediamo in Senato».

Il presidente del Consiglio al suo arrivo stamane all'inaugurazione dell'anno giudiziario alla Corte dei conti

Il presidente del Consiglio al suo arrivo stamane all'inaugurazione dell'anno giudiziario alla Corte dei conti - Ansa/Claudio Peri

Botta e risposta Conte-Renzi

A metà giornata, dopo il voto con l'opposizione di Italia viva su un emendamento riguardante la prescrizione in Senato, è lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte a intervenire nel dibattito, ribattendo punto su punto alle decisioni di Italia viva. «Il non sedersi al tavolo quando si ha un incarico istituzionale non sarebbe un fatto da trascurare, lo riterrei ingiustificabile», dice aggiungendo che c'è il partito guidato da Renzi deve «un chiarimento, non al sottoscritto ma agli italiani». In più il premier definisce «surreale, paradossale», l'atteggiamento di Iv. Atteggiamento che, sottolinea, «ci si aspetterebbe da un partito di opposizione che fa un'opposizione aggressiva e anche un po' maleducata». Un richiamo condiviso dal segretario del Pd Zingaretti che non vede elementi di una crisi di governò ma avverte: «Se finisce il governo, finisce la legislatura e si vota».

Ma è subito dopo che il premier continua nell'affondo: «Qui i ricatti non sono accettati, così come penso di non farne io. Non si può pensare di votare» un provvedimento «con le opposizioni». In più, continua definisce «più che rispettata» da parte sua Iv e «se facessimo l'elenco delle misure approvate, quelle targate da loro sarebbero anche in vantaggio. Il clima non può essere questo, serve uno spirito costruttivo e mettere da parte gli smarcamenti. Io siedo sempre al tavolo e ascolto tutti».

Non è passata che più di qualche ora, quando arriva puntuale la risposta di Matteo Renzi, a partire dall'assenza delle sue ministre: «Il presidente del Consiglio non può dire che è assenza ingiustificata. Così parla il preside di una scuola». Poi prosegue rilanciando la palla al premier: «Presidente Conte, la palla tocca a te. Noi non abbiamo aperto la crisi, non facciamo polemiche. Tu puoi cambiare maggioranza, se noi siamo opposizione, voi non avete la maggioranza. Non puoi dire che siamo opposizione maleducata: se vuoi cambiare maggioranza fallo, ti daremo una mano».

La tenuta del governo, insomma, sembra vacillare, tanto che il presidente del Consiglio ha telefonato al Colle per ragguagliare della situazione Sergio Mattarella.


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