venerdì 16 luglio 2010
Sono le stime del dossier "Africa-Italia. Scenari migratori" presentato oggi a Roma. Tra le collettività più numerose, quella dei tunisini con oltre 100mila residenti, egiziani con quasi 75mila, senegalesi quasi 70mila. Nel 2050 gli africani sfioreranno quota tre milioni.
COMMENTA E CONDIVIDI
Un quinto dei quasi 5 milioni di africani nell’Unione Europea è insediato in Italia (negli anni Novanta erano un terzo). Si tratta del 22,4% dei titolari di permesso di soggiorno, 871.128 persone (su 3.891.295 cittadini stranieri iscritti in anagrafe), ma almeno 1 milione considerando quelle in attesa di registrazione nei registri anagrafici. Le donne sono il 39,8%. Ogni 10 immigrati africani 7 sono nordafricani (69,6%) e quasi 5 sono marocchini (46,3%). Tra le collettività più numerose si inseriscono la Tunisia con oltre 100mila residenti in Italia, l’Egitto con quasi 75.000, il Senegal con quasi 70.000, la Nigeria e il Ghana con più di 40.000.Sono alcuni dei dati di “Africa-Italia. Scenari migratori”, il volume che il Dossier statistico immigrazione Caritas/Migrantes presenta oggi a Roma. È frutto dell’impegno collettivo dei redattori del Dossier e di diversi rappresentanti di organizzazioni sociali e di ricerca, italiani e africani: a febbraio 2010 il loro viaggio a Capoverde ha permesso di studiare le problematiche del continente e approfondire i flussi migratori con l’Italia. Un progetto nato nel solco del II Sinodo dei vescovi africani dell’anno scorso, dal quale si è alzata la denuncia contro le ingiustizie che ancora gravano sul continente. Forte concentrazione territorialeGli africani in Italia vivono nei due terzi dei casi (66,3%) in quattro regioni: Lombardia (29%), Emilia Romagna (14,8%), Piemonte (10,2%) e Veneto (12,3%), con netta prevalenza dei nordafricani. La Lombardia è il polo più importante per la presenza africana in generale e per gli egiziani in particolare, che qui si concentrano in 7 casi su 10 (70,7% del totale e 49,2% tra Milano e Provincia). I tunisini realizzano l’insediamento più significativo in Sicilia (15,3% del totale), così come fanno la collettività ghanese nel Nord Est (62,4%, di cui il 28,3% in Veneto e il 22,1% in Emilia Romagna) e quella capoverdiana nel Lazio (46%) e a Roma (42%), un altro polo importante per diverse nazionalità. Per il prossimo futuro, avvertono Caritas/Migrantes, bisognerà mettere in conto una maggiore presenza africana in Italia. Per il 2050, anno per il quale l’Istat ha previsto la presenza di 12,3 milioni di stranieri, se gli africani mantenessero l’incidenza attuale (ma probabilmente l’aumenteranno) diventerebbero oltre 2,7 milioni. Una tendenza che emerge anche da alcuni dei dati pubblicati nel dossier presentato oggi, come ad esempio la crescita delle nascite di bambini di cittadinanza africana: nel 2008 sono state 25.000, pari a un terzo dei nati stranieri nell’anno, un’incidenza quindi molto superiore a quella degli immigrati di origine africana. In generale, sono almeno 200.000 i minori cittadini di un paese africano in Italia,  i due quinti dei non comunitari, e 151.000 gli alunni (anno scolastico 2008/09), un quarto degli stranieri. Sempre nel 2008 sono stati inoltre 6.100 i matrimoni con almeno un coniuge cittadino africano: in tre casi su quattro si è trattato di unioni miste.La ricomposizione o la costituzione delle famiglie e il numero di minori sono in aumento, soprattutto tra le collettività a maggiore anzianità migratoria (come la marocchina), seppure non mancano gli adulti soli, per via del susseguirsi di nuovi arrivi.Minori: numeri e provenienzeDegli 862.463 minori stranieri in Italia (il 22,2% dei residenti), oltre il 60% è nato sul territorio della Penisola. Sono quasi 630.000 gli studenti di cittadinanza straniera ad aver frequentato l’anno scolastico 2008/2009 (1 ogni 14 iscritti). Gli alunni cittadini di un Paese africano sono 150.951, il 24% del totale, con una maggiore concentrazione nella scuola primaria (62.126, 41%) e in quella dell’infanzia (37.306, 25%), dato che suggerisce l’importanza delle seconde generazioni. Il primo Paese per numero di alunni è il Marocco (82.281), seguito dalla Tunisia (16.693) e, con meno di 10.000 presenze, da Egitto, Ghana, Nigeria e Senegal.Se si considerano anche quelli che non sono ancora in età scolastica o hanno superato i 15 anni, sono oltre 200.000 i minori africani in Italia. Solo nel corso del 2008, i cittadini di uno Stato dell’Africa nati direttamente nel nostro Paese sono stati quasi 25.000, un terzo dei bambini stranieri nati in Italia nello stesso anno (33,5%). In un quarto dei casi si è trattato di nascite riconducibili all’immigrazione dal Nord Africa (24,9%), in prevalenza marocchini (16,9%).Questi ragazzi, che non sono venuti dall’estero e considerano l’Italia come il loro Paese, sollevano una seria questione normativa e la necessità di considerarli “nuovi cittadini” su un piano di uguaglianza di diritti e di opportunità, nell’interesse stesso del Paese che li ha accolti.Coppie miste.Cresce il numero di coppie miste. Nel 2008 sono stati 6.130 i matrimoni con almeno uno sposo di cittadinanza africana celebrati in Italia, di cui 4.524 unioni miste (73,8%) contrassegnate da un maggiore coinvolgimento dei nordafricani.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: