mercoledì 4 agosto 2010
Oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri anche l’imposta municipale unica per il 2014. Con il varo del quarto decreto di attuazione del federalismo parte la "devolution" tributaria ai comuni secondo l’intesa con l’Anci.
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In arrivo nel Consiglio dei ministri di oggi una cedolare secca sugli affitti del 25% all’interno del quarto decreto attuativo del federalismo fiscale relativo ai comuni. L’imposta, che assorbirà anche quelle di bollo e di registro, scatterà dal primo gennaio dal 2011, e sarà su base volontaria, nel senso che il proprietario avrà la scelta di puntare sulla cedolare o di mantenere la vecchia tassazione Irpef. Per i contratti a canone agevolato nei centri ad alta densità abitativa il prelievo sarà del 20%. Nel 2014, poi, scatterà la nuova imposta municipale unica (Imu), che sarà pagata sul possesso degli immobili (si applicherà solo sulle seconde case e su quelle di lusso) e l’aliquota sarà decisa con un decreto dal presidente del Consiglio, su indicazione del ministro dell’Economia, entro il prossimo 30 novembre. I comuni avranno la possibilità di aumentare o diminuire il prelievo di 0,3 punti percentuali (in pratica fino al 3 per mille). Oltre al prelievo sul possesso i comuni incasseranno anche un tributo sulle compravendite che sarà del 3% sulle prime case e del 7% sulle seconde. I municipi, secondo l’ultima bozza del federalismo comunale, che oggi sarà all’esame del Consiglio dei ministri, potranno modificare le aliquote dal 2017. A ciò si aggiungerà un tributo municipale facoltativo, deciso cioè per via referendaria, ad esempio sull’occupazione di aree pubbliche o le affissioni.L’arrivo delle nuove imposte sugli affitti dovrebbe essere accompagnato da un inasprimento delle sanzioni nei casi di omessa dichiarazione, che potrebbero aggirasi fino ad un massimo di 2mila euro e al 400% dell’incremento dell’imposta, quando gli affitti sono dichiarati in misura inferiore. Tutto il maggior gettito incassato per l’iscrizione al catasto degli "immobili fantasma" andrà ai Comuni, mentre sale dal 33 al 50% la percentuale di "compartecipazione" sugli incassi della lotta all’evasione.Il ministro per i Rapporti con le regioni, Raffaele Fitto, ha spiegato che il provvedimento rientra nell’accordo definito con i comuni recentemente, e segue il federalismo demaniale e quello sui fabbisogni standard dei comuni, anticipando «la definizione dei costi standard sulla sanità e la definizione del rapporto con le regioni», che avverrà a settembre. Dunque si tratta di «un’architrave importante», «un avanzamento» nel processo di attuazione del federalismo. «Con questo decreto diamo una forte autonomia in questo ambito ai comuni – ha  aggiunto –. Abbiamo lavorato insieme ai comuni e con l’Anci e quindi il testo del decreto dovrebbe essere sostanzialmente condiviso. Rispetto a questa riforma è preoccupato solo chi non vuole essere responsabilizzato. Bisogna sapere che questa riforma punta a responsabilizzare i pubblici amministratori».È critico, invece, il responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, per il quale, se le anticipazioni si mostreranno fondate, «è in arrivo una mega-patrimoniale sugli investimenti immobiliari».
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