venerdì 13 settembre 2013
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I banchi e la lavagna, il tornio e il trapano. Vaglielo a spiegare, agli studenti di San Macario di Samarate, che nel resto d’Italia i primi si trovano nelle scuole e i secondi nelle aziende. All’Aslam, l’Associazione Scuole Lavoro Alto Milanese, l’abisso tra formazione e realtà è stato colmato da tempo. Precisamente dal 1996, quando di questa vecchia filanda abbandonata un gruppo di educatori decise di fare una scuola “speciale”. Obiettivo: dare una possibilità ai ragazzi che in quelle “normali”, di scuole, non ce la facevano. Vuoi per carattere difficile, vuoi per mancanza d’interesse, vuoi – soprattutto – perché quei ragazzi volevano andare a lavorare. Altro che libri.Peccato che per lavorare non fossero preparati: col risultato che i ragazzi restavano a far niente e le aziende (in un territorio ad altissima produttività) cercavano personale fuori. L’Aslam è nata così, come un ponte. Ha riportato i ragazzi a scuola, e poi ha riportato la scuola nelle botteghe e nelle aziende. Nella realtà. Si è partiti con un corso per operatore meccanico: tre anni di teoria in dosi “sopportabili” e tanta, tantissima pratica. In mezzo, loro: Marco, Paolo, Achim, Serena. Quelli che nelle scuole “normali” nessuno chiamava più per nome. Quelli che creavano problemi. «La nostra priorità sono sempre stati i ragazzi – spiega Salvatore Digilio, coordinatore della sede di San Macario –. Prima di tutto bisogna mettere davanti loro, con la loro storia, le loro esigenze, certi che l’unico modo per coinvolgerli davvero in un percorso educativo è fargli capire che è pensato proprio per loro. Dargli fiducia».Eccolo, il “trucco” che il sistema scolastico italiano non ha ancora scoperto: i ragazzi sorridono, sono puntuali e vedono realizzate in laboratorio le cose che imparano alla lavagna, che studiano sui libri. Il corso per meccanico si affolla di studenti, presto viene affiancato da quello per operatore ai servizi di vendita, sempre più studenti decidono di continuare a studiare, tre anni non bastano più. E l’Aslam, intanto, si ingrandisce: prima con una sede a Magenta, dove parte il corso per operatori di impianti termoidraulici; poi con l’Istituto tecnico superiore di Case Nuove di Somma Lombardo, l’unico in Italia (a parte un centro analogo a Napoli) a preparare operatori alla riparazione dei veicoli a motore e manutenzione di aeromobili; infine, la bella novità di quest’anno, il Polo formativo Legnoarredo di Lentate sul Seveso, in Brianza, dove nascono operatori del legno. «Quando presentiamo la nostra offerta formativa nelle scuole medie quello che facciamo sembra straordinario – continua Digilio –. La verità è che in tutti questi anni noi ci siamo semplicemente messi in ascolto». Dei ragazzi, come s’è detto. E poi delle aziende: «Per fare scuola siamo sempre partiti dalla realtà: sul territorio sapevamo di aziende specializzate in termoidraulica che cercavano operatori specializzati? Bene, noi li preparavamo. E già il fatto che li stessimo preparando, che frequentassero la nostra scuola, bastava perché le aziende li prendessero per stage, apprendistati, sostituzioni. Abbiamo innescato un circolo virtuoso».Lo stesso che, accanto ai ragazzi difficili, all’Aslam ha cominciato a portare anche quelli normali. Quelli a cui la scuola “normale” non basta più «e scelgono i nostri corsi al posto del liceo consapevolmente». O al posto dell’università, come nel caso dell’Its Lombardo Mobilità Sostenibile, che prepara tecnici manutentori di aeromobili a due passi dalle piste della Malpensa e che mette loro in mano una licenza valida in tutto il mondo: «Le compagnie lamentavano l’assenza di personale sul territorio, chiamavano manutentori arrivavano dalla Svizzera e dalla Slovenia». Oggi arrivano ragazzi da tutta Italia, a Case Nuove. Per studiare gli aerei.
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