domenica 15 maggio 2016
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ASTI L’esplosione di umanità è arrivata: il direttore de 'L’Alpino' don Bruno Fasani l’aveva promessa presentando, un mese fa, questa Adunata nazionale degli alpini numero 89 e infatti Asti è stata investita dall’entusiasmo, dai cori e dalle fanfare. Alcuni erano già presenti nel capoluogo piemontese da qualche giorno: almeno 150, volontari di 17 sezioni della Protezione civile Ana, impegnati nella sistemazione di scuole, parchi, giardini. Hanno lavorato senza sosta in 12 cantieri, sfidando il maltempo. Una targa svelata al Bosco dei Partigiani su un masso da 18 quintali ricorda questo grande lavoro. «Queste opere sono state il nostro dono alla città che ci ospita per far capire che l’Adunata non è solo una festa, ma anche impegno civile», ha detto Giuseppe Bonaldi, coordinatore nazionale della Protezione civile Ana, che era ad Asti anche nel novembre del 1994, tra gli angeli del fango che aiutavano la città a risollevarsi dopo l’alluvione. Ieri il vescovo di Asti Francesco Ravinale ha pranzato con i gruppi ospitati al Seminario. Una maxi grigliata sotto i portici della Curia a cui hanno preso parte anche i profughi e richiedenti asilo che risiedono nell’edificio. Oggi tra le vie le penne nere sfileranno in formazione ufficiale: saranno almeno 75mila (le 110 sezioni Ana) suddivise in otto settori, disposte in file da nove persone. È atteso a mezzogiorno il saluto di papa Francesco: la sfilata si fermerà per il messaggio che il Pontefice, di origini astigiane, indirizzerà agli alpini durante la recita del Regina Coeli. Si partirà con la Fanfara militare, poi i gruppi Ufficiali e Sottufficiali delle Truppe Alpine in servizio. Quindi i gonfaloni delle istituzioni locali, il Labaro dell’Ana e il Consiglio direttivo nazionale. Per ultima nell’ottavo settore sfilerà la sezione Ana di Asti, il Comitato organizzatore dell’Adunata, il Gonfalone di Treviso, Conegliano, Valdobbiadene, Vittorio Veneto e lo striscione 'Arrivederci all’Adunata del Piave nel 2017'. Ieri toccante cerimonia nel piccolo centro di Frinco, dove durante la prima guerra mondiale persero la vita quattro ufficiali austriaci: i Labari alpini schierati insieme a quello della Croce Nera d’Austria, hanno reso omaggio agli ufficiali che morirono nel castello diventato, all’inizio del novecento, la più grande prigione d’Italia. I reclusi furono impiegati in lavori di cui ancora oggi c’è testimonianza: il rifacimento del letto del torrente Versa da Cunico fino a Castell’Alfero, per esempio; ma la gente ricorda soprattutto le numerose 'tabacchiere' scolpite a mano con raffigurato il castello, piccole scatole ricavate da un pezzo di legno con abili scalpelli. Alcune sono autentiche opere d’arte. Sempre ieri l’incontro con le delegazioni Ana all’estero. «Il Piemonte è terra d’emigrazione – ha ricordato il sindaco Brignolo –, ma negli ultimi anni è stata anche terra d’accoglienza, oggi anche per tanti che fug- gono dalla guerra e dalla povertà». Fanno parte dell’Associazione 30 sezioni all’estero e 6 i gruppi autonomi, per un totale di circa 6mila iscritti. Tra loro ad Asti sono giunti gli alpini della Gran Bretagna, la sezione Ana all’estero nata per prima (1926) e quelli che hanno percorso più chilometri: le penne nere della sezione di Perth. © RIPRODUZIONE RISERVATA ASTI Piazza San Secondo, la Bandiera di Guerra del 2° reggimento Alpini guida la sfilata
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