domenica 15 maggio 2016
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ROMA Occorre evitare di «far rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta», ovvero la stepchild adoption per le coppie omosessuali. Il ministro con delega alla Famiglia Enrico Costa, di Area Popolare-Ncd, torna su un concetto già espresso nell’intervista di ieri con il nostro giornale. E subito s’innesca una nuova polemica interna alla maggioranza di governo, con la ex-relatrice della legge sulle unioni civili, Monica Cirinnà del Pd, che attacca il ministro e rivendica ai giudici la più ampia discrezionalità sul tema. «Fino ad oggi la giurisprudenza ha dato delle interpretazioni creative colmando un vuoto normativo che non c’è più», osserva invece Costa, perciò adesso – a legge approvata – ci si aspetterebbe di «vedere chiusa quella fase». Ma la finestra da cui potrebbero rientrare le a- dozioni per le coppie gay è anche quella riforma della materia che la maggioranza si è impegnata a portare avanti subito dopo lo stralcio della stepchild dalle unioni civili. Una legge delicata, complessa, che riguarda tra l’altro centinaia di sposi in attesa (non di rado lunghissima) di vedersi affidato un bimbo o una bimba. E che ovviamente dovrà fare i conti con le diverse sensibilità presenti in Parlamento. Difficile perciò che la riforma delle adozioni possa vedere la luce in questa legislatura. Mancano i numeri. Ancora ieri il capogruppo di Ap alla Camera Maurizio Lupi ha sottolineato che, se il premier riproponesse il tema della stepchild in un altro provvedimento «non ci sarebbe più la maggioranza». Detto fuori dai denti: su questo punto Matteo Renzi rischierebbe la crisi di governo. In un’intervista pubblicata ieri, il leader della sinistra interna al Pd, Roberto Speranza, è tornato alla carica: «La legge sulle unioni civili è solo un primo passo», ora «la priorità è la stepchild adoption », ha dichiarato. Incassando a stretto giro la secca replica di Fabrizio Cicchitto di Area Popolare- Ncd: «Una parte della minoranza dem punta al tanto peggio tanto meglio, cioè alla crisi del governo e a un autentico salto nel buio addirittura provocato prima del referendum sulla riforma costituzionale». Insomma, la condizione del premier non è facile, soprattutto in un momento in cui è impegnato a superare senza troppi danni l’importante turno delle elezioni comunali del 5 giugno e a puntare tutto sul referendum di ottobre confermativo della riforma costituzionale. L’ultima cosa che Renzi vorrebbe è che le tensioni su unioni civili e adozioni rimbalzassero nella campagna referendaria. Qualche avvisaglia in questo senso è già circolata. Ma è una partita che non piace a Gianluigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni familiari, che ieri è stato chiarissimo a riguardo: «Non boicotteremo il referendum costituzionale a causa dell’approvazione della legge sulle unioni civili, sono due cose separate. Semmai sul referendum dovremmo fare una riflessione seria perché i corpi intermedi come le associazioni vengono messi in secondo piano». © RIPRODUZIONE RISERVATA La polemica Restano i rischi di fibrillazione nella maggioranza sul tema. Ieri l’esponente della minoranza dem Speranza è tornato alla carica: la questione dei figli è prioritaria, unioni civili solo il primo passo. Cicchitto (Ap) replica duro: con questa posizione si va dritti alla crisi di governo ed è un salto nel buio Il ministro Costa ribadisce: la stepchild non rientri dalla finestra Scintille nella maggioranza. Cirinnà: i giudici liberi di decidere Il ministro Enrico Costa La senatrice Monica Cirinnà
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