giovedì 11 settembre 2014
Preoccupazione dalle analisi degli esperti. Pesanti incognite se si allentassero i controlli.
Addio a Mare Nostrum? «Un favore ai trafficanti»
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«I criminali, ovviamente, conoscono Mare Nostrum e quindi sovraccaricano le navi, diminuendo carburante e cibo, poiché sperano che i barconi vengano intercettati dai soccorritori ». Lo spagnolo Gil Arias-Fernandez, direttore esecutivo di Frontex, non ha tutti i torti. Le operazioni marittime hanno abbassato i costi per i trafficanti di uomini, che sanno di poter contare su un dispositivo di salvataggi senza precedenti. Le parole di Arias-Fernandez, pronunciate nel corso di un recente audizione presso la commissione Libertà Civili dell’Europarlamento, non hanno però convinto gli eurodeputati a dare per scontato il dietrofront europeo davanti alle richieste d’aiuto che vengono dal Mediterraneo. In un documento la commissione si è detta «non del tutto soddisfatta per l’aumento del bilancio di Frontex, che dovrebbe invece rafforzare la sua assistenza operativa, in particolare, agli Stati membri di fronte a una forte pressione alle frontiere esterne, aumentando la sua reattività alle rapide evoluzioni dei flussi migratori». Il paventato ridimensionamento del dispiegamento navale non scoraggerebbe i migranti né i trafficanti, che certo non rinuncerebbero al loro principale business. Nei giorni scorsi, durante uno dei vertici svoltisi al Viminale, alcuni funzionari hanno ricordato che precedentemente all’avvio di Mare Nostrum la situazione era già fuori controllo, come hanno dimostrato i naufragi di Scicli (Ragusa) del 30 settembre 2013 e di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, e quello avvenuto in area maltese (11 ottobre 2013). In meno di due settimane persero la vita 400 migranti. Che l’instabilità del Medioriente sia la principale causa del massiccio afflusso di profughi lo dimostra il caso Siria, da cui provengono metà di tutti i richiedenti asilo. In queste ore il presidente Usa Barack Obama darà il via libera a bombardamenti aerei per scalzare gli uomini del Califfato. Inevitabile, secondo gli analisti dell’intelligence italiana, che da «quel Paese continueranno a fuoriuscire migliaia di persone». Ad attenderli, secondo quanto si può leggere su alcuni report degli 007, vi sono «organizzazioni criminali egiziane, libiche e turche», che già nei campi profughi o addirittura prima ancora di raggiungere Libano o Giordania, vendono il viaggio di sola andata verso l’Europa. «Via terra, mare e aria, attraversano il Libano o la Giordania, successivamente l’Egitto e, dopo essere giunti in Libia, si imbarcano dalle coste libiche del litorale di Zuwarah». I trafficanti utilizzano «principalmente barche in legno, relativamente più sicure, condotte generalmente da marinai professionisti di nazionalità tunisina». Recentemente si è scoperto che alcuni barconi «vengono scortati a distanza da una imbarcazione fino al punto di intercetto da parte delle unità militari italiane». A quanto risulta al governo italiano, alcuni degli spostamenti interni avvengono per via aerea. Muniti di passaporto i migranti salgono su voli di linea diretti verso l’Egitto, dove poi i profughi «si imbarcano lungo il litorale di Alessandria su imbarcazioni condotte da cittadini egiziani, dirette verso le coste meridionali della Sicilia e della Calabria». Esclusivamente via terra e via mare, altri «attraversano la Turchia da dove si imbarcano per dirigersi verso l’Italia, occasionalmente anche facendo tappa intermedia in Grecia». Impossibile, con la guerra in atto, fermare questo esodo di famiglie disposte a pagare anche cifre superiori a 5mila euro a persona pur di guadagnare la speranza di una vita al sicuro. Tra i fautori di un significativo ridimensionamento di Mare Nostrum vi è chi paventa il rischio che i terroristi islamici si infiltrino tra i profughi. «Non si faccia l’abbinamento del fenomeno migratorio col terrorismo», ha detto ieri il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, a margine del suo intervento alla plenaria del Comitato sociale ed economico di Bruxelles. «I terroristi non rischiano la loro vita stando su dei barconi in mezzo al Mediterraneo». Peraltro a bordo delle navi della Marina militare impegnate nell’operazione Mare Nostrum «sono presenti le forze dell’ordine che compiono un serio monitoraggio».
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