venerdì 7 luglio 2017
Sit-in in Campidoglio di Associazione 21 luglio che scrive al Relatore delle Nazioni Unite sui diritti all'acqua potabile. «I "nasoni" sprecano solo l'1%, ma così si assetano 10 mila senza casa»
Volontari sotto il sole con un bicchiere vuoto al sit-in di protesta al Campidoglio di Associazione 21 luglio

Volontari sotto il sole con un bicchiere vuoto al sit-in di protesta al Campidoglio di Associazione 21 luglio

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Contro la chiusura progressiva delle fontanelle di Roma, «ingiustamente considerate la causa principale dello spreco d'acqua», l'Associazione 21 luglio si mobilita, per difendere l'accesso all'acqua potabile delle 7.800 persone che nella Capitale vivono grazie ai servizi Caritas più altri circa 2.000 tra migranti, richiedenti asilo e Rom che vivono in emergenza abitativa e dipendono dalle fontanelle.

La onlus ha inviato una lettera al Relatore speciale Onu sui diritti umani all'acqua potabile e ai servizi igienico sanitari Leo Heller, per segnalare «l'allarmante situazione che si sta verificando a Roma per quanto riguarda l'accesso all'acqua dei gruppi più svantaggiati. Com'è risaputo, Roma è famosa per le sue fontanelle pubbliche, meglio conosciute come "nasoni", che sono sparsi in tutta la città e forniscono acqua 24 ore su 24». Il problema è che, per il calo delle riserve idriche dovute alla siccità, «a partire dal 3 luglio il Comune ha fatto chiudere 30 fontanelle al giorno, con l'obiettivo di lasciarne attive solo 84 su 2.800. Tuttavia - fa notare l'Associazione 21 luglio - i "nasoni" rappresentano solo l'1% dello spreco d'acqua della città, contro il 50% delle falle nelle tubature».

Le fontanelle romane «sono dunque ingiustamente consideratela causa principale dello spreco d'acqua a Roma, mentre rappresentano la principale fonte d'acqua per circa 10 mila persone nel territorio». Secondo il piano di chiusura sistematica dei "nasoni", «circa 110 persone ogni giorno corrono un rischio concreto di essere privati dell'accesso all'acqua». L'Associazione 21 luglio quindi «esprime preoccupazione in merito a questa situazione che potrebbe risultare un'emergenza umanitaria». E allo stesso tempo chiede che «Comune di Roma e governo italiano trovino urgentemente una soluzione alternativa e sostenibile per contrastare la siccità attuale, così da realizzare pienamente il diritto umano all'acqua e ai servizi igienico sanitari, senza discriminazioni» a danno «dei gruppi più vulnerabili, come i senza fissa dimora, le comunità Rom e Sinti, i migranti, i richiedenti asilo e i transitanti». Al Relatore speciale Onu viene chiesto di prendere una posizione chiara contro la chiusura delle fontanelle pubbliche a Roma e in favore del diritto umano a un accesso all'acqua che sia sufficiente e sicuro».

I volontari di Associazione 21 luglio hanno animato un sit-in in piazza del Campidoglio per protestare in modo silenzioso e simbolico, ognuno con un bicchiere vuoto in mano. «L'interruzione dell'erogazione dell'acqua dalle fontanelle della Capitale - spiega il presidente di Associazione 21 luglio Carlo Stasolla - non risolverà in alcun modo il problema della siccità a Roma, ma avrà effetti devastanti sulla vita giornaliera di migliaia di persone, tra cui anche bambini e nenonati nella Roma del 2017».

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