lunedì 23 aprile 2018
Studenti dell'albergherio come tutori dei migranti che studiano cucina. Iniziativa di ACLI Roma nell'ambito del progetto «Il cibo che serve» della Regione Lazio per il recupero solidale dei viveri
 Una sfida tra pentole e fornelli tra ragazzi italiani e immigrati
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Recuperare e ridistribuire, attraverso il circuito della solidarietà, il pane e i cibi freschi di prossima scadenza. Ma, allo stesso tempo, promuovere l'inclusione attiva dei migranti attraverso percorsi d'integrazione. Sono gli obiettivi del progetto "Il Cibo Che Serve", promosso dalle ACLI provinciali di Roma e finanziato dalla Regione Lazio. In questo contesto, presso l'Istituto Alberghiero Vincenzo Gioberti, in via dei Genovesi 30, si è tenuto una gara culinaria che ha visto coinvolti 16 studenti e 16 immigrati. Gli studenti e i loro coetanei immigrati hanno partecipato quindi ad una gara in stile masterchef, divisi in 8 squadre da 4 componenti ciascuna (2 studenti, 2 immigrati) che si sono sfidate a colpi di ricette, con particolare attenzione al cibo di recupero. Un vero e proprio percorso per promuovere l'accoglienza e inclusione attraverso i sapori e i segreti della cucina mediterranea.

A comporre la giuria, cinque chef assieme a Giulia Di Gregorio, vicepresidente delle Acli di Roma. Per la Regione Lazio era presente l’assessore alle politiche sociali Alessandra Troncarelli. I partecipanti al corso provenivano da nazioni come Marocco, Polonia, Honduras, Madagascar, Nigeria e Congo. Tra questi una famiglia marocchina, formata da padre, madre e figlia diciannovenne, ha portato a termine il corso e ha partecipato all’evento conclusivo nonostante la gravidanza avanzata della ragazza, che ha partorito la scorsa settimana. Il contest rappresenta l'evento conclusivo di un percorso di formazione e professionalizzazione sulla cucina mediterranea di 11 lezioni, per un totale di 30 ore, partito a febbraio 2018 e che ha visto i ragazzi del Gioberti coinvolti quali tutor dei corsisti stranieri. Tutti i partecipanti al corso hanno ricevuto l'attestato e la certificazione HACCP.

«Questa iniziativa – dichiara Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia – ha portato con sé il profumo del buon cibo, ma anche il profumo di futuro. Un'esperienza non solo per promuovere la lotta agli sprechi alimentari e alla povertà, ma anche per creare legami di amicizia fra gli studenti e i corsisti, e fornire opportunità lavorative agli immigrati». «L'anno scorso – aggiunge Carla Parolari, preside dell'Istituto Alberghiero Vincenzo Gioberti – come scuola abbiamo costruito una collaborazione importante con le ACLI di Roma. Con il progetto "Il cibo che serve" intendiamo portare avanti questa esperienza in comune che consentirà di rafforzare le competenze di cittadinanza attiva consapevole tanto importanti per i nostri giovani».

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