sabato 28 dicembre 2019
A un anno dalla scossa le comunità di Pennisi e di Santa Maria la Stella hanno commemorato così la triste ricorrenza del sisma che ha come simbolo il campanile ancora crollato dalla chiesa di Pennisi
Per non dimenticare

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Due fiaccolate per “accendere” l’attenzione sui luoghi feriti dal terremoto del 26 dicembre di un anno fa. Che ha provocato ingenti danni alla zona jonico-etnea della Sicilia – segnatamente nel comprensorio che fa capo ad Acireale e comprende anche Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Santa Venerina, Aci Bonaccorsi, Milo, Trecastagni, Viagrande e Zafferana –, ma che è stato dimenticato.

A un anno dalla scossa le comunità di Pennisi e di Santa Maria la Stella hanno commemorato così la triste ricorrenza del sisma che ha come simbolo il campanile ancora crollato dalla chiesa di Pennisi, frazione di Acireale. La facciata circondata dalle reti di metallo, sagrato e interni inagibili. Proprio come molte case e negozi, qui e nei paesi vicini. «Perché la ricostruzione – spiega la gente scuotendo gli striscioni di denuncia – non è mai partita e adesso siamo stanchi».

A guidare il primo corteo monsignor Giovanni Mammino, vicario generale della diocesi di Acireale che ha come pastore Antonino Raspanti, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana. A fianco del vicario anche Salvo Raffa, presidente del Centro di servizio per il volontariato etneo che per il periodo natalizio ha allestito una tensostruttura a Pennisi dove si sono celebrate le messe, il coordinatore del comitato “Per Pennisi” Giuseppe Zappalà e il parroco don Sam.

«La tendostruttura messa a disposizione da alcune associazioni di volontariato – spiega proprio il vescovo Raspanti – ha dato ai cittadini il conforto di riavere una casa comune in occasione delle festività natalizie. È forte il desiderio di tornare nelle nostre case, nelle nostre chiese e impadronirci nuovamente degli spazi comuni. La Cei e la Caritas, tramite l’8 per mille, hanno prontamente messo disposizione fondi per la sicurezza di alcuni edifici di culto».

Ma serve anche l’impegno dello Stato: nei comuni colpiti dal sisma dell’anno scorso, dove gli sfollati furono 9mila, gli interventi di ripristino degli edifici sono al palo nonostante siano già stati stanziati 38 milioni di euro. Molte anche le strade rimaste dissestate. E se la maggior parte di quegli sfollati ha lasciato gli alberghi (100 ancora gli ospiti delle strutture) per andare in affitto, delle 800 pratiche di ricostruzione presentate ne sono state esitate appena 80, di cui nessuna liquidata. «Chiediamo risposte» ripetono i cittadini in corteo. Nella tendostruttura di Pennisi è stata celebrata anche la messa di Natale, sempre dal vicario Mammino: «Si avverte il desiderio di ricominciare e di riprendere il cammino – ha detto – colmi di Spirito Santo e non di macerie».

All’altra fiaccolata, a Santa Maria la Stella, frazione condivisa tra i Comuni di Aci Sant’Antonio e Acireale, sono intervenuti il sindaco, Santo Caruso, il coordinatore del comitato "Per Aci Sant’Antonio", Monica Ferraro, e il parroco don Emanuele Nicotra. «Le ferite ancora sono aperte – spiega il sindaco di Acireale, Stefano Alì –, a cominciare dal problema della mobilità. È stato fatto tanto, comunque, e dobbiamo darne atto alla Protezione civile, che ha garantito ospitalità ai terremotati. Le prime ristrutturazioni sono state avviate ed un aspetto importante in questa direzione è costituito dalla ricostruzione della scuola della frazione di Pennisi, perché dà il senso dell’avvio di un percorso».

«La sfida di una pronta ricostruzione non è impossibile» insiste il vescovo Raspanti, che domani interverrà a Santa Venerina, dalle 10.30, sul sagrato della chiesa dedicata a Santa Venera, alla conferenza sul tema "Insieme per ricostruire", indetta dalle diocesi di Acireale e Catania. Con lui anche l’arcivescovo di Catania, Salvatore Gristina, e il commissario straordinario per la ricostruzione Salvatore Scalia. Alla manifestazione si approverà una documento che verrà poi inviato al presidente del Consiglio Conte e al governatore siciliano Musumeci.

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