venerdì 16 dicembre 2016
«Accuse serie e dannose, politiche europee sbagliate»
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«La missione principale è stata e sarà sempre quella di prevenire la perdita di vite umane in mare». Le Ong respingono al mittente le pesanti accuse. Nell’anno più buio del Mediterraneo, con già oltre 4.700 migranti morti (mille in più rispetto a un anno fa) nel tentativo di raggiungere le coste europee, l’accusa che l’agenzia europea rivolge alle organizzazioni umanitarie impegnate a soccorrere migranti nel canale di Sicilia accende le polemiche. Il documento pubblicato dal Financial Time arriva alla vigilia dell’importante incontro europeo con i principali esponenti coinvolti in prima linea nell’accoglienza e dopo le proteste rivolte dalle organizzazioni umanitarie sul fallimento delle politiche europee sui flussi migratori.

« Moas respinge quanto affermato sull’articolo del Financial Times. Le operazioni di Moas in mare si sono sempre svolte all’insegna della piena trasparenza, in stretto coordinamento con gli organi istituzionali – dichiara Antonino Parisi, direttore di Moas Italia – La missione principale di Moas è stata e sarà sempre quella di prevenire la perdita di vite umane in mare». Le ong non hanno mai nascosto la 'strategia' degli scafisti, che, per risparmiare, come raccontano i superstiti, imbarcano con la forza i migranti su carrette pericolanti, stracolme all’inverosimile e spesso col carburante sufficiente solo per fare poche miglia, rassicurando i disperati in fuga dal proprio paese che poi «ci sarebbero sta- te le navi dei soccorsi a salvarli».

«Qual è il messaggio che vuol lanciare Frontex?» attacca Francesco Rocca, direttore Croce Rossa italiana, impegnata con Moas nei soccorsi in mare. «Quando arriva un barcone non li salviamo così la prossima svolta gli scafisti sanno che noi europei non salviamo i migranti?». «Questa è un’aggressione politica al lavoro degli operatori umanitari su politiche sbagliate dell’Unione europea» aggiunge Rocca. «Noi ci siamo mossi sempre e solo in stretto accordo con le autorità e in maniera trasparente – prosegue – noi abbiamo soltanto un unico scopo: contenere le perdite in mare». Perdite che potrebbero essere evitate, secondo il numero uno della Croce rossa italiana. «La mancanza di canali sicuri per i migranti è una delle vergogne europee» conclude, «la nostra missione e quella di altri colleghi è stata e sarà quella di salvare più vite possibili. Non c’è nessun contatto con chi parte da terra. Se Frontex ha degli elementi, li tirasse fuori. Questa generalizzazione fa male al nostro lavoro».

Anche Medici senza frontiere risponde all’attacco. «Si tratta di accuse estremamente serie e dannose» afferma Jens Pagotto, capo missione per le operazioni di ricerca e soccorso. «Il fallimento dell’Unione Europea e la sua agenzia di frontiera nel ridurre il numero di morti in mare ha portato Msf e altre organizzazioni umanitarie ad intraprendere un passo epocale, intervenendo nella ricerca e soccorso in mare per evitare la perdita di altre vite». «Nel corso delle nostre missioni abbiamo soccorso più di 4.600 persone – aggiunge Valerio Neri di Save the Children – tra cui molte mamme, bambini e minori non accompagnati anche giovanissimi. Siamo più volte intervenuti a seguito di naufragi o per soccorrere imbarcazioni con persone a bordo che avevano già perso drammaticamente la vita».

Intanto, nonostante le accuse, da Bruxelles arriva anche un riconoscimento per Sos Mediterranee, la ong, che fra le altre, è proprio in prima linea nei soccorsi dei migranti in mare. A consegnare il premio civile è proprio il Comitato Economico e Sociale dell’Unione europea (Cese). «Hanno svolto un ruolo fondamentale nella recente crisi migratoria e questi progetti sono d’ispirazione per tutti noi» ha detto il presidente del Cese, George Dassis. «L’Associazione continuerà il suo impegno umanitario durante i mesi invernali e per tutto il 2017, per impedire altre morti in mare» confermano gli operatori ricevendo il premio. Insieme a Medici Senza Frontiere, l’organizzazione ha assistito più di 10.700 persone in difficoltà dal lancio del suo impegno di soccorso nel febbraio di quest’anno. Sono complessivamente 170mila invece le persone soccorse e salvate in mare nel corso del 2016.

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