Schiaffi, spinte, calci, insulti; persino, in due casi, abusi sessuali: un’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere ha fatto luce sulle violenze di cui erano vittime i giovanissimi ospiti del Villaggio dei ragazzi di Maddaloni (Caserta), notissimo istituto fondato nel secondo dopoguerra per accogliere i ragazzi disagiati. Cinque le persone arrestate dalla squadra mobile di Caserta: quattro educatori – Domenico Bellucci, Vincenzo Crisci, Francesco Edattico e Gianluca Panico – accusati di maltrattamenti di minori, e un’insegnante, Maria Iesu, cui viene invece contestata la violenza sessuale. Sconvolgenti i racconti dei ragazzi, sentiti alla presenza di una psicologa: dalle loro parole emerge l’aggressività di educatori e insegnanti, in particolare di uno di essi che, come osserva il gip, nonostante avesse ricevuto un avviso di chiusura indagini nei mesi scorsi, non aveva modificato il suo comportamento. Ma dal provvedimento, emesso dal gip Giuliana Taglialatela su richiesta dei pm Giovanni Cilenti e Ilaria Sasso del Verme, emergono anche le coperture su cui queste persone potevano contare all’interno dell’istituto. Per esempio la madre di un ragazzo spinto giù dalle scale voleva denunciare l’accaduto, ma fu minacciata: se avesse presentato un esposto, il direttore amministrativo avrebbe «riferito ai servizi sociali i conflitti esistenti tra madre e figlio, rappresentandole così l’elevata probabilità che le autorità le avrebbero tolto i suoi tre figli». Un altro ragazzo fu schiaffeggiato al volto e battè la testa contro un armadietto di ferro, lacerandosi il cuoio capelluto. Accompagnato in ospedale, fu convinto da un insegnante, che aveva assistito al pestaggio, a non dire la verità, ma a riferire che era scivolato accidentalmente sul pavimento bagnato. Il racconto degli orrori sembra non avere fine: presi a cinghiate, costretti a fare la doccia con porte e finestre spalancate anche d’inverno perché "puzzavano", svegliati a schiaffoni nel cuore della notte, costretti a guardare la televisione in assoluto silenzio su sgabelli scomodi e senza schienale, insultati pesantemente e abitualmente: gli educatori li chiamavano "porci", "suini", "handicappati", "fetenti".Due ospiti del Villaggio, entrambi undicenni, erano poi costretti a subire le attenzioni sessuali della professoressa Iesu. Uno dei due ne è rimasto così sconvolto che non è riuscito a parlarne, sia pure alla presenza della psicologa. Ha dovuto scrivere su un foglietto. L’episodio incredibile riferito dai giudici riguarda un giorno del novembre 2008: l’insegnante avrebbe costretto a stendere supini sul pavimento i due alunni e si sarebbe seduta dapprima sopra l’uno e subito dopo sopra l’altro iniziando a simulare un rapporto sessuale. Le indagini sono state avviate nell’estate del 2009 dalla procura di Santa Maria Capua Vetere e condotte dalla Squadra Mobile di Caserta. La procura ha ascoltato molti allievi e docenti della scuola media ospitata dall’istituto. La direzione di quest’ultimo, difesa a spada tratta dalle autorità locali, ha assicurato piena collaborazione alla magistratura, definendosi parte lesa della triste vicenda.