mercoledì 22 febbraio 2017
Tre istanze contro gli insegnanti e la Curia. La protesta delle famiglie: valore irrinunciabile. Nel mirino del Parlamento anche il ruolo dei prof e il loro stipendio
«Abolire l’ora di religione». Le famiglie si ribellano
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Accompagnate l’ora di religione fuori dalla porta. E sostituite gli insegnanti di religione con professori portatori di un insegnamento laico. Non è uno scherzo di Carnevale, quello che sta andando in scena a San Marino ma una 'battaglia' che ha per oggetto l’ora di religione. Si chiamano Istanze d’Arengo, e sono i testi presentati dai cittadini che il Consiglio Grande e Generale di San Marino (l’equivalente del Parlamento italiano) è obbligato a discutere. Ben tre di queste istanze – sulle 19 presentate – riguardano l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole della Repubblica. Una questione giudicata più pressante perfino rispetto ai conti pubblici (tema che affligge anche il Titano) o alle quote rosa per «riequilibrare la partecipazione politica».

L’arrivo delle tre istanze in Consiglio ha suscitato reazioni a catena. Il primo testo (istanza numero 5) chiede che «nella scuola pubblica venga abolita l’ora di religione». La seconda istanza vorrebbe che le diverse scuole si dotassero «di un insegnante laico alternativo con insegnanti dedicati e inserito strutturalmente nel piano dell’offerta formativa. E che tale insegnamento concorra al pari di quello di religione a determinare la media dei voti di fine anno scolastico». Infine, l’istanza numero 7 chiede che «sia la Curia a farsi carico dei costi di tale attività, in termini di stipendio e di future prestazioni pensionistiche».

La frequenza all’ora di religione in tutti gli ordini scuola di San Marino è altissima, «segno evidente del valore che viene attribuito a questo insegnamento » commentano le aggregazioni laicali della diocesi San Marino- Montefeltro che lunedì hanno organizzato l’affollatissimo incontro 'Religione a scuola? Come e perché'. Un insegnamento giudicato indispensabile dai relatori per comprendere storia, costumi e valori. «Alle scuole superiori su circa 500 alunni, sono meno di una decina coloro che non si avvalgono dell’insegnamento della religione – segnala il responsabile dell’Ufficio scuola diocesano, don Gabriele Mangiarotti –. Frequentano anche non credenti e indifferenti ». Da qui la richiesta al Consiglio di rigettare l’Istanza d’Arengo, discussa ieri sera in Aula. Intanto, la mobilitazione a difesa dell’insegnamento dell’ora di religione cresce. Federica Achilli è una delle portavoci del gruppo spontaneo di famiglie e genitori che ha indetto ieri pomeriggio una fiaccolata fino a Palazzo Pubblico.

«Consideriamo l’insegnamento della religione cattolica un valore importante per i ragazzi e la loro crescita – spiega Federica, insegnante di scuola di infanzia e mamma di tre figli, rispettivamente di 10, 7 e 5 anni –. L’eventuale cancellazione sarebbe una perdita per tutta la realtà sammarinese. La religione contribuisce inoltre alla conoscenza delle nostre radici storico-culturali, e della nostra identità legata inscindibilmente al suo Santo Fondatore. Vogliamo farci sentire e abbiamo chiesto di poter incontrare i capigruppo consiliari».

Un’altra fiaccolata ha riunito in serata associazioni e movimenti laicali sempre di fronte al Palazzo. «Sono loro, bambini, ragazzi e giovani, al centro dei nostri pensieri» dicono gli organizzatori. Il vescovo di San Marino- Montefeltro, Andrea Turazzi, si dice al contempo preoccupato e fiducioso. «Sono addolorato per le istanze presentate a livello politico – spiega – ma non tutto il male viene per nuocere. In fondo si tratta di un’ottima occasione per comprendere l’insegnamento della religione e il suo valore educativo e formativo».

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