giovedì 18 luglio 2013
​È l'appello lanciato dal rappresentante speciale per la lotta al traffico di esseri umani, Maria Grazia Giammarinaro che sprona l'Italia a rifinanziare i programmi di assistenza e integrazione per le vittime di tratta.  
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«Il reato di clandestinità deve essere abolito perché dà ai trafficanti la possibilità di ricattare le vittime e ostacola l'emergere delle denunce» da chi subisce lo sfruttamento. È quanto ha sottolineato il rappresentante speciale dell'Osce per la lotta al traffico di essere umani, Maria Grazia Giammarinaro intervenendo a un convegno alla Camera al termine della sua Country visit in Italia.E dal rappresentante speciale è giunto anche un appello «accorato» a «rifinanziare i programmi di assistenza e integrazione» per le vittime della tratta: «Si tratta di investimenti non esorbitanti ma i bandi non sono ancora usciti. Se i programmi non saranno rifinanziati, a dicembre avremo migliaia di persone che si troveranno sulla strada». Al suo invito, già durante il convegno, è arrivata la risposta del viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maria Cecilia Guerra, che ha assicurato come i bandi usciranno, anche se «i finanziamenti sono piuttosto esigui e occorre valutare se far confluire» i programmi «in un unico bando».Il viceministro ha poi rimarcato un «aspetto qualitativo» del traffico di esseri umani odierno, che presenta uno«spostamento rilevante» verso lo sfruttamento lavorativo, con un crescente coinvolgimento dei minori. «Il 28% dei casi trattati riguarda lo sfruttamento lavorativo e quello legato alle attività illegali», ha spiegato Guerra.
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