venerdì 13 maggio 2016
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«È come il film di Woody Allen, 'Prendi i soldi e scappa'». Così il procuratore diViboValentia, Mario Spagnuolo, spiega l’operazione di ieri, condotta dalla Guardia di finanza, che ha portato al sequestro di più di 8 chilometri, da poco rinnovati, dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria tra Mileto e Rosarno. Lavori eseguiti dall’impresa bergamasca 'Cavalleri Ottavio' senza considerare che la zona è considerata R4, ad alto rischio idrogeologico, e addirittura aggravando la situazione rimuovendo parte dell’argine sinistro del fiume Mesima, provocandone così l’esondazione il 23 e 24 marzo scorsi. «Quell’argine dava fastidio ai lavori e l’hanno tolto», è la dura accusa del procuratore. Ma le imputazioni non si fermano qui. L’impresa è accusata anche di aver risparmiato decine di migliaia di tonnellate di materiali nella costruzione del tratto autostradale, mettendolo ulteriormente a rischio, e di essersi fatta pagare lo smaltimento dei rifiuti provocati dallo smantellamento delle vecchie opere, rifiuti in realtà inesistenti. Sono così finiti sotto inchiesta 21 persone tra dipendenti e dirigenti dell’Anas, progettisti, responsabili della sicurezza e degli aspetti geologici, il direttore dei lavori e il legale rappresentante della società. Le accuse sono di disastro doloso, falso ideologico e materia- le in relazione alla concessione di lavori in sub appalto senza la prescritta autorizzazione e truffa aggravata ai danni di ente pubblico in relazione allo smaltimento di rifiuti. Un’inchiesta partita dopo la denuncia di alcuni attentati al cantiere. La società aveva parlato di estorsione del clan Mancuso, tra i più potenti della ’ndrangheta. Ma l’inchiesta della Dda di Catanzaro aveva fatto emergere altro e tutte le carte erano finite a Vibo. «Era simulazione di reato – accusa il procuratore Spagnuolo che proprio ieri il Csm ha nominato alla guida della procura di Cosenza –. Gli imprenditori del nord stavolta hanno strumentalizzato la ’ndrangheta per fare un bel po’ di soldi». Con gravi rischi. Così è scattato il sequestro dell’autostrada e di un tratto della provinciale 58 e di una strada interpoderale. Ma solo la 58 è stata interdetta al traffico, mentre sulla A3 è ancora possibile circolare. È il secondo sequestro sullo stesso tratto della Salerno-Reggio in meno di un mese. Il 18 aprile la procura aveva sequestrato la galleria Fremisi-San Rocco per «la pericolosità del tratto autostradale dovuta a gravi difetti strutturali». Decisione arrivata dopo due incidenti fotocopia in pochi mesi. L’ultimo l’1 marzo con la morte di quattro giovani finiti contro lo stesso spigolo in cemento all’ingresso della galleria contro il quale a novembre si era schiantato un altro automobilista. Ma questo volta i rischi sono forse più gravi. Soprattutto perché non si è tenuto conto del Piano di assetto idrogeologico che impone precisi obblighi soprattutto in zone così delicate e dove andavano costruiti ben 4 viadotti, alcuni coi piloni nel fiume. E sono proprio questi che preoccupano. «Anche alcuni responsabili dell’impresa si rendevano conto del rischio, ma dicevano che costava troppo intervenire», denuncia il procuratore. Pare che il titolare dell’azienda, Gregorio Cavalleri dicesse che «tutto ha un prezzo». Anche la sicurezza non garantita? «Ora questa opera va messa in sicurezza ma non so come - avverte il magistrato - e per questo abbiamo investito la Regione e la Presidenza del Consiglio. Quello che è certo conclude amaramente - è che qua a perdere è solo il contribuente italiano». © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo svincolo di Mileto della Salerno-Reggio Calabria
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