giovedì 7 aprile 2016
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Rimini. Italia desiderata: dati alla mano, l’aspirazione però resta solo tale, vista la posizione lontana dal podio del BelPaese nel ranking mondiale dei paesi effettivamente più visitati. Eppure il turismo è ancora il 'petrolio' dell’Italia. Ma occorre una politica industriale per mettere in rete un settore che incide per oltre il 10% del Pil nazionale. 'Considerato spesso immateriale, effimero e fai-da-te, in realtà il turismo è un’industria e come tale va valutata, capace di garantire buoni risultati nell’immediato e con grandi prospettive di sviluppo'. Così Andrea Gnassi, sindaco di Rimini e delegato al Turismo dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), all’anteprima del 'Positive Economy Forum', la cui terza edizione è in programma presso la comunità di San Patrignano fino a venerdì. L’esordio è dedicato al turismo positivo, quello che «non consuma tutto e subito: territori, risorse e rapporti personali» spiega l’economista francese Jacques Attali, ma semina germi di altruismo. Chi mette al centro da 20 anni il rapporto tra turista e comunità locale è l’Aitr (Associazione italiana turismo responsabile). Il presidente Maurizio Davolio ha annunciato la decisione di «sospendere attività e viaggi in Egitto fino a quando la situazione del caso Regeni non sarà chiarita». Proseguono le proposte Aitr nei beni confiscati alla mafia, incontrando chi ha fatto della legalità una ragione di vita, e il turismo con i migranti. L’esperienza, nata a Torino nel quartiere di San Salvario, è diffusa in altre sei città italiane. I migranti diventano 'guide' nei luoghi dove vivono gli stranieri, superando il pregiudizio a favore di un’esperienza di scoperta e un’opportunità di cambiare la visione della realtà. Guarda caso, capisaldi del turismo positivo. Paolo Guiducci © RIPRODUZIONE RISERVATA
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