giovedì 21 maggio 2020
Stava probabilmente cercando vestiti per sé e per la sua famiglia, che vive in una situazione di estrema povertà nella Bassa bergamasca
L'Arma a Boltiere, sul luogo dove si è consumata la tragedia

L'Arma a Boltiere, sul luogo dove si è consumata la tragedia - Ansa

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Un fiore, un bigliettino. «Caro Karim, ti ricorderò sempre», è la scritta a penna, con un piccolo cuoricino disegnato accanto al nome di chi ha lasciato quel ricordo. La vita di Karim Bamba, dieci anni, italo-ivoriano, s’è spezzata martedì sera a Boltiere, nella Bergamasca, nel modo più tragico e drammatico: è rimasto incastrato in un cassonetto di abiti usati destinato alla Caritas, forse proprio provando a recuperare qualche indumento.

È infatti una storia di povertà a stagliarsi sullo sfondo. La famiglia è seguita da anni dai Servizi sociali per le precarie condizioni economiche e vive in una casa di proprietà del Comune; cinque i figli della coppia, formata dal padre Valencine, cittadino della Costa d’Avorio e in questi giorni all’estero (stamani non era stato ancora rintracciato), e dalla madre Anna Maria Gambino, 37enne di origini palermitane.

Martedì sera, attorno alle 20, Karim è uscito di casa da solo, come a volte – così hanno raccontato dei vicini – era solito fare. Spesso anche scalzo. Percorsi meno di cinquecento metri, è giunto al cassonetto di via Monte Grappa, poco distante dalla trafficata ex Statale 525; lì il bimbo ha iniziato ad arrampicarsi verso l’apertura del contenitore, forse utilizzando anche dei sacchi di indumenti che erano adagiati vicino al punto di raccolta. Forse Karim s’è arrampicato per recuperare qualche vestito, per scacciare la povertà, o forse soltanto per un gioco. È stata comunque una scelta fatale, perché Karim è rimasto incastrato nel meccanismo basculante, che è però anti-intrusione. Lo sportello s’è dunque richiuso, come una morsa, e in mezzo il corpicino del bambino. Proprio in quegli attimi, nel parcheggio a ridosso del cassonetto è giunta una donna che doveva recuperare la propria auto: dal cassonetto ha notato le gambe immobili del piccolo sporgere e subito ha lanciato l’allarme. Sono intervenuti i sanitari del 118 e i vigili del fuoco, che hanno squarciato le lamiere del cassonetto per estrarre il bambino; presenti anche i carabinieri. Trasportato d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, con una profonda ferita al torace e già in arresto cardiaco, Karim s’è spento poco dopo. Non c’è stato nulla da fare, il piccolo è morto in Pronto soccorso.

La madre, che era arrivata nel parcheggio durante le operazioni di salvataggio e aveva poi accompagnato il figlio in ospedale, è sotto choc. Karim era il secondogenito della coppia; il figlio più grande ha undici anni, uno solo in più di Karim, mentre fratellini minori hanno rispettivamente sette, quattro e due anni. I bambini sono stati affidati temporaneamente a una struttura per minori, con un provvedimento urgente dei Servizi sociali.

Il sostituto procuratore di Bergamo, Emanuele Marchisio, ha disposto l’autopsia sul corpo del piccolo Karim. La dinamica pare comunque abbastanza chiara ed è stata esclusa la presenza di altre persone sul posto; il cassonetto è stato posto sotto sequestro e rimosso per ulteriori verifiche da parte dei carabinieri che stanno gestendo le indagini. «È un dolore che spezza il cuore a tutti – ha dichiarato Osvaldo Palazzini, sindaco di Boltiere, accorso martedì sera sul luogo della tragedia –. Tutta la nostra comunità si stringe intorno alla famiglia di Karim». La notizia s’è subito diffusa in paese. Ieri, poi, con discrezione, numerosi cittadini si sono recati sul luogo della tragedia. Con commozione e delicatezza, qualcuno ha lasciato un fiore e un bigliettino per dare un’ultima carezza a quella vita spezzata così dolorosamente.

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