venerdì 6 novembre 2020
Il vescovo della cittadina siciliana che diede i natali al venerabile, già sindaco di Firenze, si rivolge a chi governa e ai cittadini, con un invito alla fratellanza
Il vescovo Staglianò

Il vescovo Staglianò - Ansa

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Nel 43° anniversario della morte del venerabile Giorgio La Pira - il famoso “sindaco santo” di Firenze figlio della diocesi di Noto - il vescovo Antonio Staglianò ha voluto rivolgere ai governanti e ai cittadini un invito al dialogo, alla fratellanza e alla pace, richiamandosi all’ultima Enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”.

“Tante volte frainteso e avversato – ha detto monsignor Staglianò -, La Pira è riuscito a vedere più lontano di tutti”, con sguardo “profetico” che ci provoca in questo particolare tempo di pandemia, nel quale dominano precarietà ed incertezza: abbiamo bisogno di nuovo di guardare avanti. Di curare le ferite del presente (una crisi drammatica del lavoro che genera nuove povertà) e di preparare tempi nuovi, pensando ai nostri giovani”.

Di La Pira, monsignor Staglianò ha evidenziato la spiritualità, connubio di contemplazione e azione, e la politica intrisa di radicalità evangelica: così ad esempio si spendeva senza sosta per i poveri, requisiva case per gli sfrattati e impediva licenziamenti, chiedendosi continuamente cosa potesse fare di più per loro, ricordando che in fondo non faceva altro che cercare di vivere il Vangelo.

Così monsignor Staglianò ha richiamato a “un’attenzione condivisa e concreta sui temi essenziali della vita, a iniziare dalla difesa della vita stessa e della famiglia, ai diritti al lavoro, alla casa, all’istruzione. Diritto attualissimo in tempo di pandemia, che richiede investimenti importanti nelle sanità per arrivare a livelli accettabili di servizi e di posti letto, oltre che di prevenzione e di cura nei territori. Come pure è importante la scuola: anche in questo caso è necessario ricordare con La Pira la sua missione, come aiuto a ritrovare l’architettura della vita”.

Infine, l’augurio del vescovo a una politica che “per essere vera, deve ripartire dagli ultimi, così da ritrovare con loro, e per loro, il bene comune”. Una politica come servizio, sul solco di La Pira.

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