martedì 28 marzo 2017
Dai cresimandi di Milano 40mila euro per aiutare Amatrice
COMMENTA E CONDIVIDI

40mila euro per ricostruire Amatrice. È questa la cifra raccolta da Caritas Ambrosiana, nell'ambito dell'incontro dei cresimandi a Milano con papa Francesco. Tale somma è stata consegnata sabato 25 marzo al vescovo di Rieti e contribuirà a ricostruire la «Casa del futuro» ad Amatrice, colpita dal terremoto dello scorso agosto. «Il terremoto distrugge ogni cosa e stravolge la vita da un momento all’altro. Non abbatte soltanto le case, ma anche i legami e i sentimenti. Ecco perché, per superare tragedie come quella che ha colpito Rieti, è importante essere presenti fisicamente e spiritualmente». Aveva spiegato monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, intervenendo all'incontro con i cresimandi allo stadio di San Siro, sabato 25 marzo poco prima dell’arrivo di papa Francesco.

La «Casa del futuro» sarà una casa di accoglienza e di sostegno sociale per adolescenti e giovani in difficoltà ma anche una casa che potrà accogliere i gruppi parrocchiali per vivere esperienze di vita comune o di campi scuola, così come molti dei nostri gruppi fanno. I giovani che gravitano attorno ad Amatrice potranno così trovare un luogo per crescere, là dove la possibilità di futuro sembra si sia interrotta. «Nei luoghi colpiti dal terremoto – aveva spiegato monsignor Pompili davanti alle 70mila persone dello stadio San Siro di Milano – occorre una spinta di solidarietà che dice che non saremo lasciati soli.

Il terremoto è una tragedia enorme, ma se ci si tiene per mano è possibile affrontare il dramma insieme, attraverso il forte legame tra le diverse generazioni. La comunità serve proprio a questo, a farsi forza attraverso l’impegno comune». «Questo progetto – aveva aggiunto spiegato il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti – ha l’obiettivo di ricostruire quello che la diocesi di Rieti ha perso nel terremoto. Vuole essere un aiuto concreto alle popolazioni del Lazio, dell’Umbria e delle Marche, una speranza di ricominciare”. Secondo il direttore della Caritas Ambrosiana per stare vicino a chi soffre è necessario “interessarsi e avere cura del prossimo. Bisogna partire – ha proseguito Gualzetti – da chi ci vive accanto, per arrivare fino a chi, come i migranti, lascia la propria terra in cerca di un futuro migliore».


Amatrice «il paese delle 100 Chiese» da ricostruire

Un viaggio nelle frazioni di Amatrice, "il paese delle 100 chiese", dove il terremoto non ne ha risparmiata una. Sette mesi dopo la prima scossa i numeri sono impietosi: il 90% dei luoghi di culto di fatto è inagibile. Come riporta l'agenzia Sir, nelle zone della provincia di Rieti colpite dal terremoto sono 100 le chiese interessate da crolli, danni e lesioni. A queste si aggiungono almeno altri 50 istituti religiosi gravemente lesionati, che sono chiusi in attesa di verifiche.
Il bilancio lo ha stilato monsignor Domenico Pompili, facendo il punto sullo stato dei luoghi di culto dei comuni di Amatrice e Accumoli, a sette mesi dalle prime devastanti scosse del 24 agosto 2016.

«Le Chiese rappresentano l'identità di quei luoghi, e quindi doppia deve essere l'attenzione che va loro riservata per ricostruire quella dimensione comunitaria senza la quale è difficile restare. Di fronte ad una così vasta situazione, sia dal punto di vista della quantità che della qualità, occorre fare delle scelte, darsi delle priorità - ha proseguito il vescovo di Rieti - questo naturalmente richiederà un discernimento per capire da dove cominciare per poi arrivare a tutte le chiese. La collaborazione con le Istituzioni, con il Ministero dei beni culturali, sono buone. I contatti sono settimanali se non giornalieri, quando necessario, soprattutto in questa fase della messa in sicurezza per capire ciò che possono fare loro e ciò che possiamo fare noi, per evitare inutili sovrapposizioni».


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI