sabato 18 marzo 2017
Nelle rispettive assemblee, i vescovi calabresi e siciliani hanno assunto posizioni molto chiare sulla malavita organizzata, l’incompatibilità di Vangelo e mafia, la memoria delle sue vittime
Vescovi Calabria e Sicilia: memoria, legalità, sviluppo
COMMENTA E CONDIVIDI

La Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, che si svolge martedì 21 a Locri a livello nazionale, è «davvero significativa per il nostro territorio». Lo dicono i vescovi calabresi in una nota diffusa dopo l’incontro della sessione primaverile della Cec che si è svolta a Catanzaro. I presuli assicurano la loro partecipazione, annunciata dal simbolo della Cec accanto a quelli di Libera e Avviso pubblico sui manifesti e le pubblicazioni della Giornata. «La memoria è un capitale, un patrimonio a cui non si deve mai rinunciare», dice il presidente dei vescovi calabresi, Vincenzo Bertolone che domenica sera presiede una veglia di preghiera: «È il ponte tra passato e presente; esprime l’omaggio a coloro che hanno dato la vita, ma interpella la nostra coscienza perché il loro sacrificio sia per tutti una lezione che illumini il nostro presente. Preti, laici, consacrati, donne e uomini, bambini, ragazzi e adulti, forze dell’ordine e magistrati, cittadini qualunque e lavoratori, professionisti e avvocati falcidiati dalla violenza gratuita»: «Ogni vita strappata è l’umanità intera, che chiede di restare, di non essere cancellata dalla memoria, che sarebbe la peggior morte. Volti, quelli delle vittime di mafia, che ci ricordano come ancora sia calpestato il comandamento di non uccidere».

I vescovi siciliani: mafiosi incompatibili col Vangelo

Analogo impegno viene sottolineato anche dai vescovi siciliani al termine della loro riunione a Nicosia: «In merito alla questione sempre attuale e sempre ricorrente della presenza della mafia nel tessuto sociale della nostra terra di Sicilia – si legge nella nota finale – i vescovi ribadiscono quanto già affermato in passato attraverso vari documenti: "Nuova evangelizzazione e pastorale" (1994), "Finché non sorga come stella la sua giustizia" (1996), "Amate la giustizia voi che governate sulla terra" (2012). Tutti coloro che, in qualsiasi modo deliberatamente, fanno parte della mafia o ad essa aderiscono o pongono atti di connivenza con essa, debbono sapere di essere e di vivere in insanabile opposizione al Vangelo di Gesù Cristo e, per conseguenza, alla sua Chiesa».


Sia i vescovi calabresi sia quelli siciliani nei loro incontri mettono l’accento anche su altre importanti questioni.

I vescovi calabresi: sviluppo e formazione

A Catanzaro i pastori calabresi hanno affrontato la situazione sociale della regione con un incontro avuto con il Presidente della Giunta Mario Oliverio che ha illustrato i contenuti del Piano di inclusione sociale e di contrasto alla povertà approvato, di recente, dalla Giunta regionale. Si è parlato anche – si legge in una nota – di sanità, del sostegno agli organismi assistenziali presenti sul territorio, di beni culturali diocesani «patrimonio della storia e della vita di fede di questa regione per il bene della nostra gente». E poi della la situazione del porto di Gioia Tauro.

Tra i temi discussi, dopo aver espresso «vicinanza, orante e benaugurante, al Santo Padre per il suo quarto anno di pontificato», i vescovi si sono soffermati nuovamente sul Tribunale ecclesiastico interdiocesano di Reggio Calabria, sulla nuova «Ratio per i Seminari» recentemente promulgata dalla Congregazione del Clero, dell’Istituto Teologico Calabro in vista di una qualificazione «sempre maggiore» del corpo docente e del perfezionamento dei rapporti con il Seminario, della Scuola di formazione regionale per operatori di pastorale familiare sull’«Amoris laetitia», che partirà nel prossimo anno pastorale.

«La priorità: il lavoro dei giovani»

Per i vescovi siciliani la priorità è il lavoro dei giovani, facendo proprie le conclusioni del recente convegno delle Conferenze episcopali del Sud su «Chiesa e lavoro»: «Conosciamo il disagio di molti giovani che vivono in un contesto sociale che non favorisce l’inserimento nel mondo del lavoro e non offre prospettive incoraggianti – si legge nel comunicato diffuso sabato 18, che rimanda al forum sull’occupazione –. Vogliamo dare loro atto che in un momento di diffusa crisi sociale, di fronte alle difficoltà a trovare soluzioni e alle numerose contraddizioni degli adulti, non si sono arresi e hanno cercato di inventarsi nuove strade, anche quelle che portano fuori dalla propria terra con il rischio reale della desertificazione della nostra terra e della perdita di risorse umane fresche e di intelligenze. Siamo convinti che far leva sui giovani sia un atto di lucidità politica, al quale non si vorranno e non si dovranno sottrarre le istituzioni centrali e regionali, deputate a creare le condizioni per incrementare l’occupazione al Sud.

A tale scopo bisogna sgombrare il campo dalle logiche del clientelismo, dalle lentezze della burocrazia, dalla invadenza della malavita organizzata. Ma è necessario soprattutto fare spazio alle nuove frontiere del lavoro, sviluppando modelli organizzativi in linea con l’evoluzione della società e della tecnologia. Per questo rivolgiamo alle istituzioni competenti un caloroso e pressante appello ad intervenire con urgenza e concretezza, mediante politiche appropriate. Oggi più che domani. Perché domani forse sarà troppo tardi. Occorre avere rispetto per i giovani e dare anche a loro quelle opportunità professionali, lavorative e sociali che hanno avuto i loro padri».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: