mercoledì 19 settembre 2018
La scuola media dell'isola quest’anno non ha riaperto perché senza iscritti e a nulla sono valsi gli appelli del sindaco alla popolazione per ospitare famiglie di migranti con bambini
Il castello di Ventotene (da Wikipedia commons)

Il castello di Ventotene (da Wikipedia commons)

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Domani i bambini di Ventotene, in provincia di Latina, non andranno a scuola: in questa piccola isola dell’arcipelago pontino, 700 residenti ma solo 200 d’inverno, si festeggia la patrona Santa Candida e c’è da svegliarsi presto, per i primi fuochi d’artificio alle sei, per correre dal maestro della banda di cui i piccoli fanno parte e compiere il giro dell’isola a suon di musica alle sette, per accogliere l’arcivescovo di Gaeta Luigi Vari che poi celebrerà Messa nella bella chiesa parrocchiale.

Ma anche dopodomani, per alcuni di questi piccoli ventotenesi la scuola di via degli Olivi resterà chiusa: si tratta dei ragazzi della media, costretti – con le loro famiglie – a risalire sull’aliscafo per frequentare le lezioni a Formia, un’ora di mare e un anno scolastico lontano dall’isola. La scuola media di Ventotene, infatti, quest’anno non ha riaperto perché senza iscritti e a nulla sono valsi gli appelli del sindaco Gerardo Santomauro, più volte ripresi anche da Avvenire, per salvare una delle poche “risorse” sociali dell’isola. L’idea del primo cittadino era semplice e fattibile: ospitare alcune famiglie di migranti con figli in età scolare. Due nuclei per l’esattezza, provenienti dalla Siria martoriata dalla guerra, con tre ragazzi da iscrivere alle scuole medie.

Non c’è stato niente da fare. «A conti fatti – racconta amareggiato il sindaco – erano solo nove persone in una comunità che di inverno è appena di 200 abitanti, ma non ci siamo riusciti. Questa è una comunità piccola e le decisioni si prendono tutti insieme. Dispiace non aver superato i timori di pochi. Crediamo che una scuola che chiude è una sconfitta non solo per Ventotene, ma per tutta l’Italia. Una scuola che chiude non riapre. Non ci si può ricordare di noi solo quando cambiano le stagioni, soprattutto quelle politiche. C’è bisogno di coraggio da parte nostra, ma anche dalle autorità che devono intervenire subito con i finanziamenti promessi, senza burocrazia e cavilli che quando saranno risolti lasceranno solo uno scoglio vuoto nel mare» conclude il sindaco, anche con un riferimento non troppo velato alla mancata concessione dei fondi Sprar.

Delusione ma anche voglia di non arrendersi, come quella che palesa Roberto Sommella, presidente dell’associazione “La Nuova Europa” che tanti progetti realizza sull’isola e in virtù dei quali è stato nominato cittadino onorario di Ventotene: «E il progetto che rilanciamo è quello di una Scuola d’Europa per i giovani di varie nazioni, farli venire sull’isola a studiare il diritto europeo. Ora facciamo due, tre sessioni l’anno, ma pensiamo ad un istituto residenziale. Ventotene ha la sua bella scuola, moderna e rimessa a posto di recente, è un peccato lasciarla senza ragazzi. E poi è intitolata ad Altiero Spinelli. Con tutto quello che questo nome rievoca in fatto di esili ed accoglienza, come si fa a chiuderla?». E il pensiero ritorna a Santa Candida, che la leggenda vuole scappata da Cartagine durante la persecuzione dei cristiani, deportata a Roma, torturata e martirizzata e il cui corpo venne trovato in mare proprio a Ventotene.

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