mercoledì 22 novembre 2017
La Corte costituzionale stabilisce che l'obbligo di vaccinazione è «legittimo nel contesto attuale» e che le misure in questione spettano al legislatore nazionale
La preparazione di una dosa di vaccino (Ansa)

La preparazione di una dosa di vaccino (Ansa)

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L'obbligo di vaccinazione è "legittimo nel contesto attuale" e le questioni prospettate dalla Regione Veneto sono "non fondate". Lo ha stabilito la Corte costituzionale.

Secondo i giudici costituzionali, le misure in questione (ovvero il decreto Lorenzin) rappresentano una scelta spettante al legislatore nazionale. Questa scelta, secondo i giudici, non è irragionevole, poiché volta a tutelare la salute individuale e collettiva e fondata sul dovere di solidarietà nel prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie. La Corte ha considerato tra l'altro che tutte le vaccinazioni rese obbligatorie erano già previste e raccomandate nei piani nazionali di vaccinazione e finanziate dallo Stato nell'ambito dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea).

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Inoltre, il passaggio da una strategia basata sulla persuasione a un sistema di obbligatorietà si giustifica alla luce del contesto attuale caratterizzato da un progressivo calo delle coperture vaccinali. È stato altresì considerato che la legge di conversione ha modificato il decreto legge riducendo sensibilmente le sanzioni amministrative pecuniarie e prevedendo che, in ogni caso, debbano essere precedute dall'incontro tra le famiglie e le autorità sanitarie allo scopo di favorire un'adesione consapevole e informata al programma vaccinale.

Infine, la mancata vaccinazione non comporta l'esclusione dalla scuola dell'obbligo dei minori, che saranno di norma inseriti in classi in cui gli altri alunni sono vaccinati.

La soddisfazione di Lorenzin

«Grande soddisfazione per la conferma di costituzionalità del #decretovaccini da parte della Consulta. I vaccini sono una conquista della scienza e una delle più importanti misure di prevenzione esistenti. Il Decreto protegge la salute dei nostri bambini e di tutta la comunità». Così il ministro della Salute Beatrice Lorenzin commenta la decisione della Consulta contro il ricorso del Veneto.

Zaia protesta: questa è coercizione

«Prendiamo atto di questa sentenza della Consulta, che rispettiamo. Come governatore io ho fatto solo il mio dovere, perché ho difeso un modello che esisteva da dieci anni, fondato sulla libertà di scelta e sul dialogo con le famiglie. Ora si passa alla coercizione». Lo ha detto il governatore Luca Zaia, commentando la bocciatura della Consulta ai ricorsi della Regione Veneto sull'obbligo vaccinale. «Non abbiamo mai avuto posizioni contro le vaccinazioni - ha aggiunto -, anzi, mi spiace che la difesa di questo modello, che condividiamo con 15 paesi europei, come la Gran Bretagna, e che è stato concordato e monitorato col ministero della Salute, sia stata presa come una posizione 'no vax'», ha continuato. Con la sentenza di oggi, secondo Zaia, «si scrive la parola fine suun modello su cui ci siamo spesi, anche culturalmente, con undialogo con le famiglie, e si passa alla coercizione».

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