giovedì 9 settembre 2021
Interrogazione urgente del senatore Gasparri sul Salone che si svolgerà a Milano nel maggio 2022. La ministra Carfagna: la propaganda della maternità surrogata è vietata, il sindaco Sala chiarisca
La manifestazione a Parigi davanti al salone Désir d'enfant. sabato 4 settembre 2021

La manifestazione a Parigi davanti al salone Désir d'enfant. sabato 4 settembre 2021 - Social La Manif pour tous

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Una Fiera della procreazione assistita anche in Italia? È bipartisan la sorpresa suscitata dalla notizia, diffusa ieri da Avvenire, dell’arrivo a Milano dell’edizione italiana di Désir d’enfant, che si è svolta sabato e domenica scorsi a Parigi. Da destra e da sinistra, numerose sono le voci che chiedono di fare chiarezza su un evento che già in Francia ha sollevato proteste per il fatto che, accanto alle tecniche ammesse dalla legislazione, ha presentato come opzioni percorribili anche la Gravidanza per altri, vietata Oltralpe così come in Italia per il suo evidente contrasto con la dignità di donne e bambini. Maurizio Gasparri, nel comitato di presidenza di Forza Italia, ha presentato un’interrogazione urgente al ministero della Salute perché intervenga per l’annullamento dell’evento. «Si eviti in Italia qualsiasi azione illegale che faccia riferimento ad una pratica che facendo leva sulla voglia di genitorialità sfrutta persone deboli, in questo caso soprattutto donne, e non ha alcun rispetto per la vita di bambini, trattati come un prodotto da banco», dice Gasparri.

Il Salone, che in Italia si chiamerà "Un sogno chiamato bebè", era stato annunciato anche nel 2020, poi per il 20-21 novembre 2021 e ora fissato per il 15-16 maggio dell’anno prossimo. Esiste un sito – www.unsognochiamatobebe.it – in cui si spiega che si potranno trovare tutti insieme «specialisti, consigli, prodotti, informazioni affidabili e supporto per aiutarvi a fondare o a espandere la vostra famiglia». Il sito cerca di non dar troppo nell’occhio, parlando soprattutto di Procreazione medicalmente assistita (Pma). Il problema è che nell’elenco dei «media partner» compaiono anche società come la Ivf Bubble, che tra i modi di «creare una famiglia» identifica anche la surrogazione di maternità. Difficile che questo tema, così come avvenuto a Parigi e documentato da Avvenire, non sia affrontato in una fiera specializzata. La ministra <+NERO50>Mara Carfagna<+TONDO50>, firmataria nel luglio 2020 di una proposta di legge per rendere reato il ricorso alla surrogazione di maternità anche se effettuata all’estero. «Gli organizzatori probabilmente non sanno che la propaganda della maternità surrogata in Italia è un reato: non credo che il Comune, la magistratura e le pubbliche autorità potrebbero consentire una manifestazione di questo genere. Sarebbe bene, comunque, che il sindaco Giuseppe Sala chiarisse subito se è stato in qualche modo autorizzato il raduno, e nel caso provveda a revocare l’autorizzazione».

«Esterefatta» si dice Tiziana Drago, senatrice di Fratelli d’Italia (ex M5s), denuncia la tendenza a ridurre la procreazione a un evento commerciale. «Tornano attuali i metodi naturali, che non solo aiutano a individuare i tempi fertili ma insegnano a conoscere e rispettare la fisiologia femminile», aggiunge. Dal Pd si leva la voce di Alfredo Bazoli, capogruppo in commissione Giustizia Camera, che evidenzia la «mercificazione del corpo delle donne, della maternità, dei bambini, destinati a diventare un prodotto da acquistare sul mercato». La maternità surrogata, sottolinea ancora Bazoli, «ci pone angosciosi interrogativi sulle derive» indotte dalla trasformazione dei desideri in diritti. «Penso che un partito come il mio, attento alla libertà delle donne, ai valori umani mai sacrificabili sull’altare del mercato, non possa che sposare senza riserve una intransigente opposizione a questa deriva».

E di «enorme business» dietro alla maternità surrogata parla Olimpia Tarzia, responsabile del Dipartimento di Bioetica e Diritti Umani di Forza Italia. «Le varie aziende che lucrano occupandosi di compravendita di gameti, di embrioni e di utero in affitto si sono date appuntamento a Milano», per «pubblicizzare e commercializzare i loro “prodotti”, con depliant illustrativi, cataloghi, offerte di sconti, suggerimenti e facilitazioni nell’“acquisto”… con la differenza che non si tratta di ‘merce’, ma di bambini in vendita, di donne povere sfruttate, di coppie raggirate ed ingannate facendo leva sulla loro sofferenza. Fermeremo questo scempio a tutti i costi».

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