martedì 30 giugno 2020
Dal primo luglio potranno entrare i cittadini di 14 Paesi extra Schengen. Sì alla Cina, solo se reciproco. L'elenco sarà aggiornato ogni 15 giorni. No ai cittadini di Israele, Turchia, India e Israele
Viaggiatori all'aeroporto di Fiumicino

Viaggiatori all'aeroporto di Fiumicino - Ansa

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È ora ufficiale la lista dei Paesi terzi che potranno accedere all’area Schengen (incluso i tre Paesi non-Ue, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein). Oggi infatti la conclusione – sia pure con tre ore di ritardo – della procedura scritta ha confermato un’ampia maggioranza qualificata degli Stati membri, con il sì dell’Italia arrivato in mattinata e poi “integrato”, a sera, da un’ordinanza del ministero della Salute che prevede comunque la quarantena per gli ingressi. Già lunedì si era accesa la luce verde della Spagna, dopo quella di Germania e Francia (mentre Austria, Belgio, Portogallo, Cipro e Polonia si sono astenuti).

Dal primo luglio potranno dunque entrare nell’Ue i cittadini di 14 Paesi: Algeria, Australia, Canada, Georgia, Giappone, Montenegro, Marocco, Nuova Zelanda, Rwanda, Serbia, Corea del Sud, Thailandia, Tunisia e Uruguay. Ai quali si aggiunge la Cina a condizione della reciprocità, e cioè che Pechino rimuova lo stop all’ingresso di cittadini europei. È così confermata l’assenza degli Usa, oltre che di altri Stati importanti come Brasile, India, Turchia, Israele.

I criteri sono chiari. Primo, un tasso medio di nuovi contagi equivalente a quello dell’Ue del 15 giugno (cioè 16 su 100.000); secondo, la tendenza negli ultimi 14 giorni deve essere stabile o in riduzione. A questo si aggiunge il requisito dell’affidabilità dei dati. La lista, che formalmente non è vincolante, sarà rivista ogni due settimane. Esentate dal divieto sono categorie considerate «essenziali»: diplomatici, frontalieri, personale dei trasporti, diplomatici, studenti, persone bisognose di tutela, personale ad alta qualifica ritenuti necessari all’economia, oltre a passeggeri in transito.

L’Italia, come si diceva, alla fine ha deciso di optare per la linea “prudente”: quella intrapresa forse troppo tardi lo scorso gennaio, quando nel Belpaese si registrarono i primi casi di coronavirus importati dalla Cina. Non a caso il provvedimento arriva direttamente dal ministero della Salute, con un’ordinanza ad hoc: in vigore resta l’isolamento fiduciario e la sorveglianza sanitaria per tutti i cittadini provenienti dai Paesi extra-Schengen inseriti nella lista. In una parola, quarantena obbligatoria.

Nel testo si specifica «la comprovata ragione di studio» tra i motivi che consentono l’ingresso nel territorio nazionale, oltre alle già citate «comprovate esigenze lavorative, i motivi di salute e l’assoluta urgenza». «La situazione a livello globale resta molto complessa. Dobbiamo evitare che vengano vanificati i sacrifici degli italiani negli ultimi mesi» ha sottolineato il ministro Speranza.



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