sabato 24 agosto 2013
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A settembre, e già dalle prime settimane, la Commissione Igiene e Sanità del Senato avvierà le audizioni relative all’indagine conoscitiva su “Inquinamento ambientale ed effetti sull’incidenza dei tumori, delle malformazioni feto-neonatali ed epigenetica” autorizzata dal Presidente del Senato lo scorso 10 giugno. La prima regione a essere monitorata sarà la Campania: gesto simbolico e soprattutto risposta concreta alle accuse di indifferenza e disattenzione rivolte allo Stato sull’emergenza dei roghi tossici e sulla pericolosità di questi per la salute delle persone e per l’ambiente soprattutto nell’ampia area che comprende le province di Napoli e di Caserta, denominata appunto Terra dei Fuochi e dove purtroppo si registra da anni un elevato numero di decessi per cancro nonché di malattie tumorali, come già descritto nel rapporto della Protezione civile del 2007. «La Campania – spiega Lucio Romano, senatore di Scelta Civica e membro della Commissione nonché primo firmatario con il senatore Maurizio Romani dell’indagine conoscitiva – è teatro di conflittuali e drammatiche controversie nel campo dello smaltimento e del trattamento dei rifiuti, anche di quelli industriali, con vari siti di abbandono incontrollato». Lo studio ha la finalità di documentare la correlazione, comprovata dalla rilevazione di dati epidemiologici o prevedibile da analisi scientifiche, tra inquinamento ambientale, già evidenziato da precedenti indagini parlamentari per specifiche aree in Italia, e incidenza di patologie tumorali e di altre malformazioni. Un’esigenza di intervento concreto e razionale per cui Lucio Romano si sente doppiamente coinvolto e responsabile, come medico ginecologo e come cattolico impegnato in politica e in quanto tale, annota, «non cerco le prime pagine e le notizie ad effetto, ma di essere efficace e determinate. L’indagine – osserva – parte dall’ineludibile necessità di tutelare il diritto fondamentale alla salute di vaste popolazioni esposte correntemente a inquinanti ambientali tossici, smaltiti a tutt’oggi illecitamente e per lunghi anni in maniera criminale». Oltre che come monitoraggio, con audizioni e sopralluoghi nei luoghi a maggiore impatto inquinante, lo studio, articolato e vasto, dovrà indicare, attraverso l’analisi epidemiologica e prospettica, tutte le azioni di prevenzione finalizzate alla tutela della salute con un migliore impegno di risorse economico-finanziarie da parte delle istituzioni preposte. Inoltre consentirà una sovrapposizione molto utile e da più parte richiesta tra i dati di inquinamento ambientale, la cosiddetta “cartografia” delle incidenze tumorali e malformazioni fetoneonatali, e gli insediamenti urbani e terreni agricoli, «per cui – precisa Romano – si potranno pensare possibili e successivi sviluppi produttivi no food». In dettaglio, ribadisce, «è auspicabile la correlazione con indicatori di esposizione, la valutazione delle associazioni fra variabilità degli indicatori di salute, cioè mortalità, morbosità, malformazioni congenite, sesso, e quella degli indicatori di contaminazione ambientale».
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