giovedì 27 settembre 2018
Il ministro dell'Economia sotto assedio nel giorno in cui è previsto un nuovo vertice di maggioranza per il Def, puntando a spingere il deficit oltre il 2%, almeno al 2,4%
Tria in bilico, Lega: se non è più nel progetto lo cambiamo
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Il ministro dell'Economia Giovanni Tria sotto assedio nel giorno in cui è previsto un nuovo vertice di maggioranza per il Def, puntando a spingere il deficit oltre il 2%, almeno al 2,4%. Mentre il ministro resta sulla sua linea del Piave, con segnali che qualcuno in Parlamento interpreta anche come l'intenzione di arrivare alle conseguenze estreme delle dimissioni, la Lega fa sapere che se il ministro non è più nel programma di governo se ne cercherà un altro. Ma il vicepremier Luigi Di Maio precisa che in programma non c'è alcuna richiesta di dimissioni. Sarà comunque una manovra coraggiosa ed è inutile impiccarsi a un numero o a un altro, precisa: o le cose si fanno o è inutile tirare a campare come governo, aggiunge, dicendosi non preoccupato di Bruxelles.

Il vice premier e capo della Lega Matteo Salvini, a poche ore dalla riunione che dovrebbe fissare i numeri da portare al Consiglio dei ministri per l'aggiornamento del Def, ha detto che «ovviamente» vale la pena superare il soglia del 2% se serve a rispettare gli impegni che il governo ha preso con i cittadini. «
Ovviamente sì - ha risposto il ministro, in una intervista fatta a Tunisi pubblicata su Facebook -. Per il diritto al lavoro, alla salute, alla vita, alla felicità».

Oggi è prevista una riunione prima del Consiglio dei ministri, confermato per il pomeriggio, dove il presidente Giuseppe Conte, al rientro dagli Stati Uniti, riunirà Salvini, il vice premier e capo del M5s Di Maio e il ministro dell'Economia per cercare una convergenza sul livello di deficit da inserire nella nota di aggiornamento al Def. Lega e M5s sono orientati a chiedere di sforare il 2% mentre una fonte ha detto che le stime del Mef dicono che sopra il livello di 1,9% per il 2019 sono a rischio gli obiettivi di far calare il debito/Pil e il deficit strutturale. Il braccio di ferro è stato descritto sulla stampa stamani fino al punto da poter determinare le dimissioni di Tria, che non intenderebbe accettare deficit oltre 1,8-1,9%. Ma questa ricostruzione è stata smentita sia da una portavoce del ministero dell'Economia sia da Di Maio.

Intanto lo spread Btp-Bund ripiega a 240 punti base, con il rendimento dei Btp decennali sceso al 2,91%, dopo l'asta con cui sono stati collocati 5,2 miliardi di titoli di Stato italiani. L'asta ha evidenziato una domanda solida, con una copertura dell'offerta dei Btp decennali dell'1,44, al massimo dallo scorso maggio. In apertura si era registrato un balzo del differenziale dopo i primi scambi fino a quota 249 dai 233 di ieri e il tasso volava al 3%, con i mercati che guardano al negoziato sulla manovra e alle frizioni nel governo.

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