giovedì 14 ottobre 2021
Dai trasporti all'assistenza alla sicurezza. I lavoratori dei Paesi dell'Est alla guida dei tir sono vaccinati con Sputnik, non riconosciuto dall’Ema
Camion all'esterno del porto di Trieste

Camion all'esterno del porto di Trieste - Ansa

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Dal 10 al 20% con punte che possono raggiungere il 30 e persino il 40% dei lavoratori (come allo scalo di Trieste). A 24 ore dall’entrata in vigore del Green pass obbligatorio, sono ancora molte le criticità da risolvere riguardo per chi ne è ancora sprovvisto. Dai porti l’allarme si estende ai trasporti sulla terraferma ma riguarda anche le forze dell’ordine, i vigili del fuoco r l'agroalimentare per non dimenticare colf e badanti. Tutti i settori a rischio stop.

Il sistema logistico

Confetra, la federazione di associazioni di trasporti e logistica ha avvertito che «si rischia il blocco, la paralisi del sistema logistico nazionale ». «La nostra confederazione raccoglie 400 mila autisti, stimiamo che il 30% di loro non abbia il Green pass e che dunque tra pochi giorni si debbano fermare», ha spiegato il direttore generale Ivano Russo, «in più c’è il tema degli stranieri, molti sono vaccinati con Sputnik o altri farmaci non autorizzati dall’Ema e dall’Aifa e non possono ottenere il Qr Code». «Si sta determinando una situazione per cui si rischia che il 15-16 ottobre il trasporto in Italia si blocchi», ha confermato il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè. «Se non arriverà un chiarimento, può succedere di tutto, se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il Green pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion».

L’agroalimentare

In questo settore sono impiegati numerosi lavoratori stranieri non vaccinati oppure immunizzati con vaccini 'non riconosciuti' e un loro stop potrebbe interrompere intere filiere. Le criticità maggiori riguardano i lavoratori stranieri dell’Est vaccinati con Sputnik, non riconosciuto dall’Ema. Per superare l’empasse ci sono più ipotesi allo studio, una di queste è di effettuare una ulteriore dose addizionale con un vaccino a mRna riconosciuto dall’agenzia europea del farmaco.

Le forze dell’ordine

In alcuni reparti mobili della Polizia i non vaccinati possono raggiungere il 30%. A Torino a non essersi vaccinato è un agente su tre, a Firenze quasi quattro su dieci. A Roma e Milano, invece, va leggermente meglio, anche se in ognuno dei reparti delle due città ci sono un centinaio di poliziotti che non hanno fatto neanche la prima dose. A poche ore dall’entrata in vigore del certificato verde, i dati dei sindacati di polizia relativi ai reparti mobili - quelli impegnati nei servizi di ordine pubblico e dunque in prima linea nelle manifestazioni - rivelano che la percentuale è in alcuni casi molto consistente e superiore alla media dei non immunizzati del Corpo, di poco superiore al 20%.

I vigili del fuoco

Il Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco chiede «una deroga specifica per i vigili del fuoco, l’accesso riservato e prioritario per la effettuazione dei tamponi, estendere la validità dei tamponi rapidi da 48 ad almeno 72 ore, garantire ai vigili del fuoco e ad altre categorie di pari importanza per la Sicurezza Pubblica la gratuità dei tamponi finalizzata a non interrompere i servizi di sicurezza e soccorso pubblico».

Colf e badanti

Anche in questo settore, secondo le stime, sono diverse decine di migliaia i lavoratori domestici che non si sono ancora vaccinati. Anche in questo caso la verifica spetta al datore di lavoro. In questo settore sono impiegati diversi lavoratori stranieri, molti dell’est Europa immunizzati con Sputnik.

Trasporto pubblico

In questo settore la percentuale di non vaccinati va dal 10% al 20%. L’assenza di tanti autisti potrebbe creare serie difficoltà alla copertura del servizio e al traffico, in particolare nelle grandi città.

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