sabato 17 novembre 2012
«Più polizia e più controlli nelle aziende». Dalle diocesi di Aversa, Caserta, Capua, Acerra, Nola, Pozzuoli e Napoli nuovo affondo contro «questa autentica sciagura che chiama in causa l’intera Nazione». Dito puntato anche contro le aziende del Nord.
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Analizzano, denunciano, propongono. I vescovi di Aversa, Caserta, Capua, Acerra, Nola, Pozzuoli e Napoli - oramai noti come i vescovi della "terra dei fuochi" - firmano e diffondono un durissimo documento comune contro i rifiuti tossici. Non possono più tacere di fronte allo scempio di «territori terribilmente e incredibilmente feriti e violentati da milioni di tonnellate di rifiuti industriali, altamente tossici, interrati o dati alle fiamme». Perciò, nel testo diffuso ieri sera, denunciano i  «criminali senza scrupoli» che hanno avvelenato la loro gente, oltre un milione e mezzo di persone. Si dicono «seriamente preoccupati e perplessi per la sorte del popolo affidato alle cure pastorali». E decidono di scendere in campo con una serie di proposte volte a scongiurare che nelle loro terre continui lo «scempio insopportabile». Chiedono più controllo, più forze investigative, videosorveglianza via satellite, maggiori controlli sulle aziende in nero, la bonifica del territorio, una maggiore attenzione alla salute degli abitanti.La responsabilità di una tale catastrofe – secondo i vescovi – è da ricercare «nella sfrenata corsa al denaro da parte della criminalità organizzata e di imprenditori imbroglioni e vili, assecondati da una scarsa azione di sorveglianza». Ma la denuncia va oltre. I Pastori individuano anche altre cause. Affermano che sono «i rifiuti industriali provenienti dal Nord Italia o anche dalle tante fabbriche campane che lavorano in regime di evasione fiscale e senza alcun rispetto per l’ambiente a distruggere la sana economia». Ma i vescovi alzano la voce e ribadiscono: «È una vergogna insopportabile che non si ferma, nonostante l’impegno delle Forze dell’Ordine e alle altre Istituzioni, dalle Prefetture agli Enti locali. Perciò chiediamo maggiori controlli e sorveglianza, per impedire che nelle nostre campagne si continuino a sversare, interrare e incendiare materiali industriali tossici e nocivi. Chiediamo che si usino tutte le forze investigative e di polizia e tutte le moderne tecnologie, dalla videosorveglianza al controllo via satellite». Parlano di «controlli sulle aziende in nero che più di altre hanno responsabilità nello smaltimento illecito dei rifiuti e un inasprimento delle pene per questi reati». E, ancora che «le regioni del Nord si assumano la responsabilità per i danni che i loro rifiuti hanno prodotto nella nostra terra». «Il fatto che più ci angoscia – proseguono – è che nelle nostre diocesi il cancro miete vittime innocenti più che altrove. È una vera ecatombe. Siamo davanti a una ingiustizia somma». L’appello dei Pastori è alle «istituzioni locali – che mai riusciranno a risolvere il problema se lasciate sole – e all’intera Nazione perché spiegano i nostri concittadini italiani ed europei reclamano gli stessi diritti dei loro connazionali».Un plauso va alla stampa, in particolare al nostro quotidiano, e ai tanti comitati cittadini che hanno lavorato per sensibilizzare l’opinione pubblica. «Grazie al prezioso contributo apportato dal quotidiano "Avvenire", il dramma dei roghi tossici è stato conosciuto in tutta la Nazione e all’estero».  «Ci rincuora non poco assistere - concludono - in questi ultimi tempi, a un vero e proprio risveglio di civiltà  da parte di tantissimi cittadini, in particolare giovani, che sono scesi in campo con coraggio per dire "basta", con i parroci e i vescovi li sostengono e li incoraggiano, impegnandosi fortemente nella formazione e diffusione di una cultura della legalità e del bene comune. Tantissimi comitati  sono nati spontaneamente in quasi tutti i paesi interessati, lanciando un grido che non è rimasto inascoltato». ​
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