venerdì 22 dicembre 2017
Cancellati anche 10 milioni per gli altri istituti paritari. La Fism: «Colpite migliaia di famiglie»
Foto Ansa

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Cancellato in commissione Bilancio della Camera il contributo di 50 milioni di euro per le scuole materne paritarie, introdotto lo scorso anno nella legge di stabilità. Dura la reazione della segreteria nazionale della Federazione che riunisce le scuola materne di ispirazione cattolica (Fism), che esprime «disappunto» e «preoccupazione». E non manca la sorpresa visto che l’introduzione dei 50 milioni per le materne paritarie lo scorso anno «era stata salutata come una novità positiva per il 2017».

Eppure non erano mancate «rassicurazioni a vari livelli – ricorda la segreteria nazionale della Fism –, cui sono seguite anche iniziativa concrete di proposte ed emendamenti da parte dei parlamentari, che la Federazione ben conosce e ringrazia», ma «purtroppo si deve constatare, ancora una volta, la sordità e l’insensibilità su questioni che interessano centinaia di migliaia di famiglie, visto che le scuole e le istituzioni educative associate alla Fism accolgono circa 600mila bambini da zero a sei anni». Una cancellazione di fondi - a cui si aggiunge un ulteriore taglio di 10 milioni al capitolo di bilancio destinato alle scuole paritarie - che avviene nello stesso periodo nel quale il medesimo governo annuncia il varo di un decreto attuativo proprio per rafforzare il sistema formativo da zero a sei anni, con uno stanziamento di 209 milioni di euro da erogare agli Enti locali affinché li utilizzino per potenziare la rete delle scuole dell’infanzia presente sul proprio territorio.

Un paradosso che la Fism sottolinea con forza, anche perché «le scuole dell’infanzia paritarie sono le uniche che in questo momento assicurano i 'poli educativi' 0-6 anni» previsti dal decreto, il cui testo - a dire il vero - non è ancora stato pubblicato nonostante il varo in Consiglio dei ministri. Insomma da una parte si parla di potenziare questo segmento iniziale del percorso educativo e dall’altro si cancellano fondi stanziati per le realtà scolastiche già presenti sul territorio, e che spesso sono l’unico presidio educativo.

«Le provvidenze economiche pubbliche richieste non sono privilegi – ribadisce con forza la nota della Fism –: sono finalizzate a garantire equità all’interno delle politiche scolastiche del nostro Paese per consentire alle famiglie, anche le meno abbienti, di poter scegliere la scuola per i propri figli, e non solo a quelle che più possono sul piano economico».

E fornisce qualche dato sull’attuale investimento dello Stato per i bambini iscritti alle paritarie: nel 2017 il ministero dell’Istruzione «ha speso 1,95 centesimi di euro al giorno per ogni alunno iscritto a una materna paritaria, contro i 26,08 centesimi di euro al giorno per gli iscritti alle materne statali». Cifre che parlano da sole.

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