sabato 23 luglio 2022
Le esequie presiedute da monsignor Stucchi che ha letto i messaggi del cardinale Zuppi e dell'arcivescovo Delpini a ricordo del martirio della religiosa uccisa ad Haiti lo scorso 25 giugno
Lunedì 25 luglio, a un mese dalla morte, alle 20.30 verrà celebrata una Santa Messa di suffragio. È possibile ricordare Piccola Sorella Luisa con un gesto di carità a favore di Kay Chal (Casa Carlo), la comunità a cui prestava il suo servizio ad Haiti.

Lunedì 25 luglio, a un mese dalla morte, alle 20.30 verrà celebrata una Santa Messa di suffragio. È possibile ricordare Piccola Sorella Luisa con un gesto di carità a favore di Kay Chal (Casa Carlo), la comunità a cui prestava il suo servizio ad Haiti. - ChiesadiMilano.it

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«Cara Luisa, sei stata pronta a tutto, hai accettato tutto per amore. La volontà del Padre si è compiuta in te, hai affidato l'anima tua alle sue mani, senza riserve, con infinita fiducia perché ti ha amato, lo hai amato, ti ama per sempre. Grazie. In pace».

Così si conclude il messaggio che il presidente della Cei Matteo Zuppi ha inviato per onorare la memoria di suor Luisa Dell’Orto, la Piccola Sorella del Vangelo uccisa ad Haiti il 25 giugno, in occasione del suo funerale celebrato oggi a Lomagna, suo Paese natale.

A presiedere la celebrazione nel piccolo comune del Lecchese è stato monsignor Luigi Stucchi, vescovo ausiliare emerito di Milano che ha letto durante il rito funebre sia il messaggio di Zuppi sia quello dell'arcivescovo di Milano.

IL TESTO DELL'OMELIA

Monsignor Mario Delpini ha voluto ricordare la vita della religiosa come una benedizione, «nella pratica mite della carità, nello stile semplice della fraternità con le persone ferite, sole, povere, nell’intelligente ricerca della verità sulle vie tortuose, affascinanti, talora interrotte e rassegnate della sapienza umana e nella sequela docile della rivelazione inerme di Colui che è Via, Verità e Vita».

«La sua morte è stata benedizione – ha scritto ancora l’arcivescovo Delpini : nell’imitazione del Giusto ingiustamente ucciso, dobbiamo credere che ha seminato negli assassini una parola di perdono, un invito a conversione, una testimonianza perché l’umanità non sia indotta a disperare di se stessa, constatando l’incomprensibile spettacolo della cattiveria ingiustificata, della violenza irragionevole».

Parole di vicinanza espresse anche nel suo messaggio dal cardinale Zuppi: «Desidero far giungere a tutta la comunità e alla famiglia la mia vicinanza nella celebrazione del rendimento di grazie per la vita della vostra e nostra cara Luisa - ha scritto Zuppi nel suo messaggio -. Ringraziamo Dio per il dono che è stata e che non ha tenuto per sé. Darà frutto perché la sua esistenza era il Vangelo. E Luisa non si è mai risparmiata, ha amato, con semplicità e fedeltà, fino alla fine».

Chi era suor Luisa Dell'Orto: l'angelo dei bambini di strada

Chi non la conosceva, del resto, a Port-au-Prince? Era la factotum di Kay Chal, “Casa Carlo”, che in un poverissimo sobborgo della capitale accoglie i bambini di strada. Era il loro angelo, fin da quando era giunta nel Paese caraibico, nel 2002. Dopo il terribile terremoto del 2010 la struttura era stata ricostruita e potenziata, grazie all’aiuto della Conferenza episcopale italiana. Suor Luisa aveva seguito in prima persona il restauro e, dopo la sua riapertura, di fatto la coordinava. Ma era ben inserita nella Chiesa haitiana, e insegnava Filosofia nel Seminario “Notre Dame” dell’arcidiocesi e al Cesades (Centro salesiano d’insegnamento superiore). «Qualche mese – ha raccontato Fiammetta Cappellini, referente dell’Avsi a Port-au-Prince, capitale di Haiti, in un'intervista al Sir – fa ci eravamo parlate, chiedendoci: vale ancora la pena di continuare a stare qui, in un Paese alla deriva e in preda alla violenza? Vale la pena di andare avanti? Leo mi aveva risposto che sì, aveva un senso. ‘Questo Paese ha bisogno di noi’, mi aveva detto. Mi spiegava che bisognava ‘restare a fianco della gente’, e che le persone più povere, la loro risposta, erano la conferma di tale impegno. Non ha mai vacillato, eppure vedeva la spirale di violenza in cui Haiti era sempre più avvolto. Era fatta così, energica, a volte poteva sembrare sbrigativa o burbera. Ma, appunto, la sua era una scelta consapevole dei rischi».

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