mercoledì 3 aprile 2019
Dieci anni fa le loro foto tra le macerie fecero il giro del mondo. L'una studentessa estratta viva dopo 23 ore dal sisma e l'altra madre e figlia piccola stremate su una barella fuori l'ospedale
La studentessa Marta (Foto Ansa)

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La studentessa "rinata"

Rimase sepolta 23 lunghe ore sotto le macerie della palazzina in cui risiedeva all'Aquila la notte del 6 aprile 2009. Marta Edda Valente, all'epoca studentessa fuori sede, oggi è una donna di 34 anni, bella, solare e positiva. Vive nel Teramano, dove è nata, è ingegnere gestionale e nel tempo libero fa la "coach motivazionale", aiuta cioè gli altri a superare paure, difficoltà, momenti difficili.
Marta però una ferita ancora aperta di sicuro ce l'ha: non ha mai ottenuto lo status di terremotata perché risiedeva fuori dall'area del cratere. In termini economici questo ha significato, per la sua famiglia, sostenere autonomamente una spesa di oltre 100 mila euro, tra diversi interventi chirurgici, fisioterapia, cure. A dieci anni dal terremoto, Marta continua a fare appello allo Stato. È una donna tenace. Le dissero che non avrebbe più camminato ma lei, con pazienza, determinazione e resilienza, non si è data per vinta e dopo tanta fisioterapia ce l'ha fatta. Nonostante un ricovero durato 100 giorni, subito dopo il terremoto non ha mai smesso di studiare e dare esami e nel 2010 si laureò all'Aquila in ingegneria gestionale con lode e menzione speciale.

Madre e figlia oggi felici

Una foto simbolo del terremoto dell'Aquila, fece in poche ore il giro del mondo: ritraeva una mamma con uno sguardo perso lontano, poche ore dopo il sisma, e una bambina che dormiva stremata alle sue spalle, su una barella in un ospedale da campo improvvisato all'esterno dell'ospedale San Salvatore, anch'esso terremotato. Stefania, la mamma, e Sara Luce, la figlia oggi diciottenne, raccontano come hanno vissuto questi 10 anni e riavvolgono il film di quei momenti. Fino alla fine delle elementari di Sara Luce la famiglia - mamma, papà e figlia - ha vissuto sulla costa abruzzese, a Pineto, seguendo il destino di migliaia di sfollati. Poi sono tornati in una casa di famiglia a Picenze, a pochi chilometri dall'Aquila, e ora vivono nel capoluogo, dove sono felici di essere tornati e dove sperano di poter continuare a progettare le loro vite. Per madre e figlia il decennale sarà un anniversario di vera rinascita: Sara Luce compirà 18 anni nella sua città e a fine anno tornerà a vivere nella casa del centro da cui scapparono
quella notte, una casa oggi ricostruita con criteri antisismici.


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