venerdì 22 maggio 2020
Le idee per l'estate: il piccolo arenile di Tellaro solo per chi ha casa (anche seconda), a Lerici gli scogli "contingentati" e a ore. Toti: il controllo a chi percepisce il reddito di cittadinanza
Gli scogli di Lerici

Gli scogli di Lerici - Twitter

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La Liguria non eccelle certo per grandi spazi al mare: e in tempi di Covid la zona delle Cinque terre (tradizionalmente presa d’assalto dai turisti stranieri) rischia di soffrire ancora di più. Fra borghi a picco sul mare, carruggi stretti stretti e piccole insenature, sarà difficile rispettare il distanziamento fisico.

Ma se da una parte il turismo (straniero) langue, dall’altra anche quello autoctono (per intendersi l’italiano, ndr) rischia di stare alla larga. Le spiagge della Liguria infatti sono spesso corte e strette, abituate ad accogliere asciugami e ombrelloni in spazi molto ristretti, ripagati però dalla bellezza del mare e delle sue acque limpide. Ecco dunque l’idea di alcuni sindaci che nelle ultime ore hanno iniziato a ragionare sui propri piccoli lembi di arenile. Il sindaco di Lerici, ad esempio, ha già detto di voler lasciare l’accesso a Tellaro libero ed esclusivo solo ai residenti e ai proprietari delle seconde case. E il primo cittadino sta sollevando non poche polemiche anche a Lerici dopo aver ventilato l’idea di "chiudere" gli scogli (fino ad ora liberi) e garantire solo ingressi contingentati (previa prenotazione) e per permanenze limitate.

Intanto anche il presidente della Liguria, Giovanni Toti, lancia la sua proposta per far fronte ai controlli nelle tante spiagge libere (che ricadono sulle casse già stremate dei Comuni): utilizzare le persone che percepiscono il reddito di cittadinanza come steward. "È giusto che chi prende il reddito di cittadinanza pagato con le tasse degli italiani si renda utile quando il Paese ha bisogno. Vale per gli steward che controlleranno gli accessi nelle spiagge libere, così come per la raccolta agricola in campagna" scrive sulla sua pagina Twitter.

E i passaporti sanitari?
In attesa del via libera allo spostamento tra le regioni, il prossimo 3 giugno, continua a tenere banco l’idea di un “passaporto sanitario”. Per il momento solo la Sardegna sarebbe intenzionata a richiedere una sorta di certificato di negatività al coronavirus da presentare all'arrivo nell'Isola, basato sugli esiti di un tampone recente. Ma la proposta del governatore sardo Christian Solinas però, non trova la sponda del suo territorio ma anche del governo. Perché un tampone negativo cioè, passepartout per l’ingresso sull’isola, rischia infatti di trasformarsi in positivo dopo pochi giorni, non garantendo quindi un’immunità permanente per la vacanza al mare. Non sono invece previsti passaporti sanitari per chi arriva in Liguria da regioni a rischio, "è impensabile mettere su un sistema di tamponi e test che avrebbe costi enormi e che peraltro non darebbe alcuna certezza" sostiene Giovanni Toti. Ci sia affida "a strumenti razionali: un sistema ospedaliero efficiente – reparti Covid, percorsi protetti, posti letto - e un efficace metodo di contact-tracing e isolamento".

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