lunedì 14 agosto 2017
Fa il volontario in un'associazione e sogna un lavoro in una compagnia aerea
«Sono un “libro umano” alla biblioteca vivente»
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«Il Marocco mi ha cresciuto all’inizio della mia vita, l’Italia mi ha istruito». Così Mohammed Yamoul, 23 anni, sintetizza il suo sentirsi «italomarocchino». È arrivato da Casablanca a Torino quando aveva dieci anni, raggiungendo il padre emigrato in precedenza. Alle superiori ha studiato all’Istituto per grafici, ma poi si è dedicato alla sua passione, gli aerei. «Sono appena tornato da tre mesi in Spagna – racconta – per un corso come assistente di volo. Ho superato l’esame a pieni voti e ho iniziato a mandare i primi curricula». Purtroppo però l’amara scoperta: «La maggior parte delle compagnie cerca personale con passaporto europeo, poiché il mio permesso di soggiorno creerebbe problemi con i visti in caso di viaggi negli Stati Uniti o per altre mete extraeuropee».
Ecco che allora Mohammed sta rifacendo la lista delle compagnie a cui può inviare il “cv”: «Non ne rimangono molte, soprattutto le low cost». Intanto, però, il ragazzo continua a vivere la «cittadinanza nella pratica» che gli è negata sulla carta, ovvero attività civiche per Torino e l’Italia, la città e il Paese a cui si sente di appartenere: «Sono membro – dice – della Consulta regionale dei giovani del Piemonte, partecipo alla Biblioteca Vivente come “libro umano” che viene sfogliato e interrogato dai “lettori” in questa particolare esperienza culturale per contrastare i pregiudizi, faccio volontariato in carcere e con le famiglie dei detenuti con l’associazione Le Flambeau».

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