giovedì 7 aprile 2022
234 minori soltanto in Veneto: con il recapito scritto sulle mani o sulle braccia, l’unica identificazione. Il capo della Protezione civile: il minore non accompagnato è un fragile tra i più fragili
Sono in tutto 85.057 i cittadini ucraini giunti ad oggi alle nostre frontiere: 43.888 donne, 8.949 uomini e 32.220 minori. «Le persone si muovono in modo autonomo»

Sono in tutto 85.057 i cittadini ucraini giunti ad oggi alle nostre frontiere: 43.888 donne, 8.949 uomini e 32.220 minori. «Le persone si muovono in modo autonomo» - Ansa

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Sono 85.057 i cittadini ucraini giunti ad oggi alle nostre frontiere. Oltre a questi, l’Italia accoglierà anche 1.000 profughi in fuga dalla guerra che si sono rifugiati in Moldavia. Come annunciato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il nostro Paese ha infatti aderito al meccanismo di solidarietà che l’Unione europea ha attivato nei confronti della Moldavia. «È un dovere offrire un aiuto concreto a questo Paese sottoposto a una fortissima pressione esercitata dai profughi costretti ad abbandonare le loro case» ha detto Lamorgese, ricordando che si tratta «di un passo in linea con la nostra consolidata posizione a favore di forme tangibili di solidarietà». Dei profughi arrivati il Viminale precisa che si tratta di 43.888 donne, 8.949 uomini e 32.220 minori.

L’incremento, nelle ultime 24 ore, è di 879 unità. «Delle 85 mila persone transitate in Italia solo il 10% va poi all’estero, gli altri vanno verso città dove ci sono comunità ucraine forti e quindi possono avvalersi di reti amicali o parentali» ha detto il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. «È una dinamica molto fluida e l’accoglienza messa in piedi tiene conto che le persone si muovono in modo autonomo».


Un numero di telefono, scritto su una mano, o su un braccio. Nessun’altra identificazione. Così tanti dei 234 bambini non accompagnati che sono stati accolti in Veneto profughi anche loro dall’Ucraina. «Bambini che pur di salvarli, i genitori li caricano nei convogli e nei treni, segnando dove possono il numero di recapito telefonico» racconta Luca Zaia, presidente del Veneto, dopo aver accompagnato Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, in visita agli ospiti di uno degli hub regionali, all’ex ospedale di Noale. Curcio è arrivato in Veneto dal Friuli Venezia Giulia, dove si è spinto fino ad Ugovizza, sul confine con l’Austria, primo approdo in Italia per gli scampati dalla guerra (a poche decine di metri, fra l’altro, che transita il gasdotto dalla Russia e dall’Ucraina). Il punto neve di Ugovizza è stato trasformato in un presidio dove gli uomini della Polizia effettuano i primi controlli e nel quale sono presenti anche gli operatori di Unhcr - l’agenzia dell’Onu per i rifugiati - con i volontari della Protezione civile che si occupano della distribuzione di generi di prima necessità.

Tra i profughi di Noale (45 gli accolti, in Veneto sono circa 12 mila), Zaia e Curcio si sono fermati a confortare, fra gli altri, una ragazza 25enne incinta con il fratello minorenne, un 36enne malato oncologico che ha ripreso le cure qui in Veneto, e un 56enne riuscito a fuggire dai territori di guerra perché unico familiare rimasto del fratello invalido. Quello dei minori non accompagnati, ha fatto presente Curcio, «è un tema che noi abbiamo trattato fin dall’inizio con grande attenzione, perché il minore non accompagnato è tra le altre cose un fragile tra i fragili». Proprio per questo è stato individuato un commissario delegato con la specifica funzione del coordinamento.

«Quindi non c’è un commissario territoriale ma un punto di riferimento a livello nazionale che si confronta con tutti i i territori», ha chiarito il capo Dipartimento della Protezione civile. «E c’è anche da allineare quelle che sono le impostazioni giuridiche dei diversi Paesi. Il nostro è un Paese che per i minori non accompagnati ha una normativa, io dico per fortuna, molto stringente, con delle responsabilità precise a tutela del minore. E noi non dobbiamo, con lo strumento emergenziale, andare a intervenire in procedure che sono a tutela del minore. Noi dobbiamo migliorare la nostra capacità di accoglienza ma non vogliamo entrare nelle filiere di tutela del minore». L’eventuale affidamento dei minori, insomma, avverrà nel rispetto delle procedure finora previste, «di volta in volta i tribunali effettueranno le dovute valutazioni» e «bene le famiglie che si mettono a disposizione ma meglio che gli affidamenti vengano fatti seguendo le norme».

Alla data del 6 aprile erano 4,2 milioni le persone in fuga dall’Ucraina stimate dalle associazioni internazionali, di cui il 60% in Polonia e negli altri paesi limitrofi, mentre, secondo Curcio, «gli arrivi in Italia sembrano un po’ calare». In ogni caso, i prossimi passi per la gestione dell’accoglienza prevede «l’uscita dell’avviso (per l’offerta di posti letto, ndr), spero nel fine settimana - ha precisato ancora il numero uno della Protezione civile . Dopodiché attenderemo le risposte all’avviso che prevede l’accesso a una piattaforma. Pertanto nel momento in cui si accede all’avviso la disponibilità verrà trasmessa direttamente al territorio».

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