martedì 26 settembre 2017
La nave Ong Sos Mediterraèè ha intercettato un'imbarcazione in difficoltà a nord di Sabrata. Si tratta di 20 cittadini libici in fuga. "E' impossibile vivere in Libia è troppo pericoloso"
Il soccorso in mare dei 20 libici (foto Anthony Jean / SOS MEDITERRANEE)

Il soccorso in mare dei 20 libici (foto Anthony Jean / SOS MEDITERRANEE)

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La nave Aquarius della Ong Sos Mediterranee ha tratto in salvo lunedì scorso 20 libici da una piccola imbarcazione a 25 miglia dalla costa libica a nord di Sabrata.

Tra i 20 naufraghi, tutti libici, anche 4 donne e 3 minori.

"Dopo aver telefonato ripetutamente senza ottenere risposta alla sala operativa della Guardia Costiera Libica - informa la Ong - la coordinatrice dei soccorsi ha chiesto ed ottenuto dal Mrcc di Roma l’autorizzazione di trasportare nella clinica a bordo della nave Aquarius un bambino con difficoltà respiratorie e alcune persone che presentavano segni di disidratazione. I casi medici e i loro accompagnatori, e poi tutti i passeggeri a bordo della imbarcazione in difficoltà, sono stati infine trasferiti a bordo della nave Aquarius, conformemente al diritto marittimo che richiede a tutte le navi di portare assistenza alle persone in difficoltà in mare.
Due piccole imbarcazioni veloci non identificate hanno osservato l’operazione a distanza, senza entrare in contatto con i soccorritori e senza offrire assistenza alle persone in difficoltà".

"E' impossibile vivere in Libia, è troppo pericoloso" ha detto ai soccorritori della nave Aquarius un giovane libico di 26 anni. "Non c'è più lavoro e si rischia di continuo di essere aggrediti. A Tripoli tre persone, giovanissime, mi si sono avvicinate e mi hanno puntato un'arma alla testa. Hanno preso la mia auto, lo zaino e il denaro. Qualunque cosa dici, se parli, ti uccidono".


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