Grillo e il giustizialismo rovesciato (il garantismo è un'altra cosa)
martedì 20 aprile 2021

Il dolore di un padre per un figlio sospettato di un crimine odioso, come lo stupro, va compreso. Ma la comprensione si ferma dove comincia il rispetto per la presunta vittima, descritta secondo i più triti stereotipi come una che sicuramente non dice la verità. Se poi l’urlatore in video è Beppe Grillo entrano in gioco il suo innegabile ruolo politico (ha anche partecipato agli incontri con Draghi per la formazione del governo) e la coerenza. Non si può essere giustizialisti con tutti, meglio ancora se avversari politici, e garantisti con il proprio figlio. In effetti, a pensarci bene, anche questo è giustizialismo, ma rovesciato: anziché dare per scontata la colpevolezza, si dà per certa la non colpevolezza. Grillo ci era già cascato anni fa, per difendere un celebre amico accusato di evasione fiscale. È il contrario del garantismo e assomiglia tanto a un (mal)costume italico descritto in una frase attribuita a Giovanni Giolitti: «Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano». Figuriamoci per i figli.

GRILLO E LA DIFESA DEL FIGLIO ACCUSATO DI STUPRO

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