sabato 19 agosto 2017
Arrivata a 13 anni in provincia di Bergamo dalla Bolivia non parlava la lingua
Se non cambia la legge, proibito fare il giudice
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La storia migratoria di Daniela Ramirez, nata in Bolivia 27 anni fa, è quella classica di tanti giovani latinoamericani: «Prima sono emigrate le donne, qualche anno dopo sono arrivati i figli». Lei (il padre aveva lasciato la famiglia) ha raggiunto la madre a Lallio, in provincia di Bergamo, quando era tredicenne. «All’inizio – ricorda – non è stato facile, anche un po’ traumatico: da un lato c’era la fatica di inserirmi in un contesto nuovo, non conoscendo la lingua e sapendo solo dire "non capisco l’italiano"; dall’altro dovevo ricostruire il rapporto con mia mamma nel mezzo dell’adolescenza e dopo tre anni passati con i nonni in cui l’avevo sentita solo per telefono una volta a settimana». In Bolivia Daniela era la migliore della classe, del primo anno di Lallio ricorda i primi voti, "non classificabile", e le tante serate passate a studiare fino a tardi. Alla fine delle medie le insegnanti le consigliarono il professionale, ma lei si iscrisse al liceo delle Scienze sociali. Da quell’iniziale "non capisco l’italiano", ora a Daniela mancano due esami per la laurea in Giurisprudenza. «Il sogno per il futuro? Diventare magistrato, l’ho capito facendo un tirocinio in Tribunale». C’è un piccolo particolare: Daniela non potrà essere giudice, la Legge lo preclude agli "stranieri". La speranza è che venga approvata la riforma della cittadinanza: «Il diritto deve riconoscere i cambiamenti sociali già in atto; il legislatore deve prenderne atto». Parola del futuro avvocato Ramirez del Foro di Bergamo

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