venerdì 4 settembre 2020
Trovata la soluzione: i dicasteri di Istruzione e Finanze hanno individuato un’intesa sui 300 milioni. E a Torino patto con la diocesi: gli spazi delle parrocchie alle scuole
Tutto pronto per la riapertura delle scuole

Tutto pronto per la riapertura delle scuole - Ansa

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Si sblocca la partita dei 300 milioni che il decreto Rilancio ha destinato al rilancio delle scuole paritarie, duramente colpite dalla crisi provocata dalla pandemia. Dopo giorni di stallo, ieri i ministeri dell’Istruzione e delle Finanze hanno raggiunto un’intesa che sblocca, finalmente, queste risorse. In pratica, il Mef scriverà un decreto specifico per la variazione di bilancio dell’Istruzione, sganciato dal “treno” delle modifiche contabili chieste dagli altri ministeri. In questo modo, assicurano da viale Trastevere, i tempi si accorceranno e i fondi saranno distribuiti prima alle scuole.

«Era ora – commenta il deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi –. A un mese e mezzo dall’approvazione del decreto Rilancio in Parlamento, finalmente qualcosa si muove per il bene delle 12mila scuole paritarie e di tutto il sistema nazionale d’istruzione, di cui gli istituti non statali sono parte importante. Adesso è necessario accelerare l’iter burocratico, perché le scuole, non va dimenticato, non ricevono un euro da marzo».


A cosa servono i 300 milioni?
L’articolo 233 del decreto Rilancio, approvato in via definitiva il 16 luglio,
prevede uno stanziamento complessivo di 300 milioni a favore delle scuole paritarie,
con l’obiettivo di coprire, almeno in parte, il mancato versamento delle rette da parte delle famiglie,
durante i mesi di sospensione dell’attività didattica in presenza


Molte sono state costrette dalla crisi ad alzare bandiera bianca. A soffrire sono, soprattutto, asili nido e scuole dell’infanzia, che non hanno ricevuto le rette delle famiglie durante i mesi del lockdown. Come documenta il sito www.noisiamoinvisibili.it, già 96 scuole paritarie hanno chiuso, a causa della crisi sanitaria e, di queste, la grande maggioranza è composta, appunto, da nidi e materne, anche di territori dove non sono presenti servizi statali corrispondenti. Una doppia beffa, insomma, per comunità ulteriormente impoverite sul versante dell’educazione ai più piccoli.


A quali istituti paritari verranno destinati?
Questi finanziamenti saranno destinati ai servizi educativi dell’infanzia (0-6 anni) e alle scuole
dalla primaria alla secondaria di secondo grado. Nel dettaglio, 180 milioni andranno a nidi e scuole materne,
mentre 120 milioni alle scuole, andando a coprire l’intero percorso, fino alla quinta classe
La prima versione del decreto, invece, prevedeva fondi soltanto fino ai 16 anni di età degli studenti.


«Dopo aver ignorato per mesi i nostri appelli e respinto i nostri emendamenti – ricorda la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini – il governo ha ammesso fuori tempo massimo che gli spazi delle paritarie possono servire per risolvere il problema della mancanza di aule, ma ora sta perdendo altro tempo, fingendo di ignorare che è da marzo che queste scuole non ricevono né risorse pubbliche né le rette delle famiglie».

Intanto, hanno superato quota 18mila (in una settimana), le firme a sostegno della petizione per sollecitare la stipula di Patto educativi di comunità tra scuole statali e scuole paritarie, che hanno messo a disposizione aule, palestre e laboratori, al 15% degli alunni delle statali che non troveranno posto negli istituti per la necessità di garantire il distanziamento. Si tratta di 1,2 milioni di studenti, che dovranno essere collocati altrove.

L'intesa tra Comune, Diocesi e Ufficio scolastico regionale a Torino

L'intesa tra Comune, Diocesi e Ufficio scolastico regionale a Torino - Pasquale Juzzolo

Un esempio di collaborazione virtuosa arriva da Torino: attraverso la stipula di un protocollo, la diocesi mette a disposizione i locali parrocchiali per una ripresa in sicurezza della scuola. «Lo scopo – spiega l’arcivescovo Cesare Nosiglia – è di sostenere l’avvio e lo svolgimento sereno, sicuro e attento alle norme, dell’anno scolastico, in particolare per quanto riguarda la sistemazione nelle aule di un numero di alunni delle scuole di ogni ordine e grado consono alle regole. Questo significa in concreto offrire alla scuola del territorio che ne avesse necessità una disponibilità di locali che le parrocchie possono dare in comodato gratuito. Come Chiesa – aggiunge il presule – sentiamo forte il dovere di venire incontro agli studenti e alle loro famiglie».

Anche a Corigliano Rossano, in provincia di Cosenza, l’istituto dei padri Giuseppini ha dato la disponibilità al Comune di ospitare alcune classi della scuola primaria e delle medie. Un altro esempio di collaborazione per il bene della comunità.

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