sabato 1 dicembre 2012
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Francia: i genitori pagano solo i servizi extra di Daniele ZappalàGli insegnanti sono pagati dallo Stato, come nella scuola pubblica, mentre gli enti locali coprono una parte degli altri costi, permettendo così ai singoli istituti perlopiù cattolici di proporre rette accessibili per i genitori. In Francia, contrariamente ai luoghi comuni, le paritarie restano al riparo dagli strali della laïcité, grazie al riconoscimento del diritto d’insegnamento privato come "principio fondamentale". Questa forte garanzia costituzionale suscita ormai un largo consenso repubblicano ed è contestata solo dall’estrema sinistra. In proposito, la prova del fuoco giunse nell’ormai lontano 1984, quando i comunisti entrati al governo indussero l’allora presidente socialista François Mitterrand a tentare maldestramente di annettere le medie e superiori paritarie in un sistema pubblico unico. Per l’esecutivo, l’effetto fu devastante: 2 milioni di manifestanti in piazza, l’Eliseo accerchiato, il governo Mauroy costretto a dimettersi dopo il ritiro precipitoso della bozza. Secondo un principio di massima, la spesa dello Stato per ogni singolo studente dovrebbe essere tendenzialmente identica per gli istituti pubblici e per le paritarie "con contratto d’associazione", l’inquadramento giuridico di gran lunga maggioritario nel privato. Nelle ultime finanziarie nazionali, secondo uno studio recente, la scolarizzazione di ogni studente nel privato è costata circa 3.400 euro l’anno, contro 4.600 euro per la scuola pubblica: una differenza legata soprattutto a certe condizioni più vantaggiose per gli insegnanti nel pubblico. Per i costi di struttura e il personale non docente, i comuni, le province e le regioni finanziano invece le scuole paritarie a un livello equivalente in media a circa un terzo delle spese per la scuola pubblica. Le Regioni hanno così sborsato circa un migliaio di euro per liceale nelle paritarie, contro circa 3 mila nel pubblico. I principali costi sostenuti interamente dalle strutture paritarie sono le attività non iscritte nei programmi ufficiali. Il livello delle rette, dunque, supera raramente un migliaio di euro l’anno. Senza contare che molti istituti calibrano le tariffe in funzione dei redditi. Da anni, lo stato di buona salute delle paritarie francesi è testimoniato dal continuo aumento delle richieste d’iscrizione, sempre superiori ai posti disponibili e dall’espansione di molte strutture. Le circa 9 mila scuole paritarie con contratto (5.500 materne ed elementari, accanto a 3500 medie e superiori) accolgono ormai 2 milioni di studenti, ovvero circa il 17% dei giovani in età scolastica. In più del 90% dei casi, si tratta d’istituti cattolici.Spagna: gli aiuti alla "concertada" azzerano il costo delle rette di Michela Coricelli Gestita da privati (organizzazioni e congregazioni religiose, cooperative di genitori, imprenditori), ma in tutto e per tutto "servizio pubblico": la scuola "concertada" in Spagna concentra il 30% degli alunni delle primarie e secondarie (fino a 15 anni). Nelle grandi città, però, ha un peso maggiore. A Madrid, ad esempio, oltre il 40% degli alunni sono iscritti in uno questi istituti: pagati quasi interamente dallo Stato, ma organizzati e guidati secondo criteri privati. Circa il 70% delle "concertadas" sono cattoliche: una tradizione molto forte nel paese iberico. Questo tipo di scuole sono gratuite, ad esclusione del "bachillerato" (le superiori dai 16 ai 18 anni), a pagamento in quasi tutte le regioni (uniche eccezioni esenti: Baleari, Paese Basco, Navarra). Ma il "concerto" (ovvero l’accordo economico fra il sistema pubblico e queste strutture) non è mai sufficiente per tutte le spese: «Serve a pagare i professori e i costi di funzionamento, come il personale non docente, l’acqua o la luce», spiega Antonio Rodriguez Campra, presidente della Cece (Confederazione spagnola centri insegnamento); come esenzioni esiste solo quella dell’Imu spagnolo (l’Ibi). Quasi sempre le scuole devono ricorrere al cosiddetto contribuito volontario dei genitori, una quota fondamentale per la sopravvivenza di molte realtà (a volte semplicemente per il riscaldamento invernale). Questa somma non è assolutamente obbligatoria: «Sono scuole gratuite», ricorda Luis Carbonell, presidente di Concapa, l’associazione dei genitori cattolici. «Dunque se una famiglia non può versare la sua parte, il figlio non verrà mai obbligato ad andarsene come accade nelle private», aggiunge Carbonell. Con la gravissima crisi in atto in Spagna, le "concertadas" sono costrette a stringere la cintura per risparmiare, ma nessun alunno viene allontanato. Il contributo volontario può oscillare dai 200 euro al mese fino a pochi euro: dipende dal tipo di scuola e dalla città; la media nazionale non supera i 30 o 40 euro mensili, conferma la Cece. La Confederazione sottolinea un altro elemento chiave: «Allo Stato un alunno iscritto nelle nostre scuole costa il 55% in meno rispetto ad uno della scuola pubblica», assicura Rodriguez Campra. Se il costo medio di uno studente di un istituto pubblico per l’amministrazione spagnola è di 6.567 euro, in una "concertada" è di 2.771 euro. Completamente differente è la situazione delle scuole private, che rappresentano circa il 7% degli alunni spagnoli. Germania: i laender finanziano e l'istruzione è gratis di Vincenzo SavignanoIn Germania c’è sempre stato un atteggiamento "paritario" nei confronti dell’istruzione. Diverse le alternative al sistema scolastico pubblico, sebbene anche le scuole private siano in qualche modo sovvenzionate dal governo e spesso abbiano le stesse regole delle scuole pubbliche. La più ampia rete di scuole private in Germania prende il nome di Waldorfschulen. Tali scuole "alternative" hanno numerosi aspetti in comune con le scuole Montessori e normalmente offrono un’istruzione che va dalla scuola materna ai primi anni di scuola media. Nelle scuole private, la retta per elementari e medie, ossia fino alla nona classe, varia da un minimo di 800 euro annui fino anche a 2.000 o 3.000 euro. Ci sono poi le scuole internazionali tedesche che si trovano soprattutto in città o in regioni con un’alta concentrazione di multinazionali e industrie (come nel caso di Monaco, Francoforte o Berlino). Discorso a parte meritano le scuole religiose, in particolare quelle cattoliche, presenti in tutta la Germania e sovvenzionate dallo Stato. Ogni contribuente residente in Germania può decidere se devolvere una minima parte delle sue tasse alle Chiese cattolica ed evangelica, che a loro volta investono il denaro anche nella realizzazione di scuole elementari e superiori ma anche di molti asili nido e scuole materne. Le scuole cattoliche hanno i medesimi costi di quelle statali, ossia in alcuni Länder sono gratuite, in altri invece si paga una retta in base al reddito. «La nostra scuola viene finanziata completamente dallo Stato, dal Land del Nord Reno Westafalia, come tutte le scuole statali ed è completamente gratuita», sottolinea la direttrice della Grundschule (scuola materna) Marienschule di Colonia. Questo sistema è il più diffuso e riguarda praticamente tutte le scuole cattoliche elementari e superiori della Germania. «I genitori degli alunni non pagano alcune retta e gli insegnanti sono pagati completamente dallo Stato», prosegue la direttrice della Marienschule. In molte scuole cattoliche la richiesta supera l’offerta poiché in Germania hanno la fama di essere più valide delle scuole pubbliche e di quelle private. Non è necessario che una famiglia appartenga a un particolare credo religioso affinché i figli frequentino tali scuole. Difficile stabilire il numero esatto delle scuole paritarie e cattoliche in tutto il territorio federale poiché la gestione della scuola e dell’Università è materia gestita autonomamente dai singoli Länder. Nel Nord Reno Westfalia, il più popoloso con circa 20 milioni di abitanti, le scuole paritarie sono circa il 30%. Nel Münsterland, l’area più cattolica della Germania, le scuole cattoliche in totale sono quasi il 70%; in tutta la Germania sono circa il 20%. Nell’anno scolastico 2011/12 circa 480.000 studenti hanno studiato nelle scuole cattoliche ed evangeliche tedesche.

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