giovedì 6 maggio 2021
La denuncia delle associazioni: i senatori non riescono a capire che questi istituti scolastici sono a tutti gli effetti parte del sistema d’istruzione nazionale. Per legge
A scuola durante la pandemia

A scuola durante la pandemia - Ansa

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Niente da fare: nel decreto Sostegni, per le scuole paritarie non c’è un euro. Il testo approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, in discussione in aula per il via libera definitivo, è rimasto quello iniziale, che, all’articolo 31, prevedeva due stanziamenti, entrambi di 150 milioni, uno per la sicurezza delle scuole e l’acquisto di materiali anti-Covid, soprattutto in vista della ripresa in presenza del nuovo anno scolastico e, l’altro, per il «recupero delle competenze di base» e le iniziative estive.

Complessivamente, si tratta di 300 milioni interamente destinati alle scuole statali. E così resterà, dato che il testo del decreto è “blindato” dalla fiducia che sarà votata oggi dai senatori. Nonostante l’impegno dello stesso ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che aveva posto la questione «in sede di governo», sono stati tutti respinti gli emendamenti che puntavano ad ottenere almeno 30 milioni (15+15) anche per le scuole paritarie che, con quasi 900mila allievi, rappresentano comunque il 10% della popolazione scolastica italiana e, secondo la legge 62 del 2000, svolgono un servizio pubblico all’interno dell’unico sistema nazionale d’istruzione.

Così, di «ennesima ingiustizia» parla l’Agorà della parità (composta da Agesc - Associazione genitori scuole cattoliche, Cdo Opere educative, Cnos Scuola - Centro nazionale opere salesiane, Ciofs Scuola - Centro italiano opere femminili salesiane, Faes – Famiglia e Scuola, Fidae – Federazione istituti di attività educative, Fism - Federazione italiana scuole materne, Fondazione Gesuiti Educazione), che «prende atto con amarezza» di questa «nuova discriminazione».

«È davvero grave – si legge in una nota dell’Agorà – che neanche il secondo anno scolastico vissuto in emergenza sanitaria e sociale abbia fatto comprendere ai senatori che le scuole paritarie sono a tutti gli effetti parte del sistema d’istruzione nazionale, al quale contribuiscono in maniera rilevante. Spiace – prosegue il documento – anche dover sottolineare ancora una volta che non si tratta di “scuole per ricchi”, ma di “scuole per tutti”, spesso presidi in territori dove non c’è nulla. Confidiamo che si ponga rimedio alla mancata approvazione dell’emendamento nel corso del passaggio in aula o con un provvedimento successivo, perché studenti, docenti, famiglie e personale scolastico delle nostre scuole sono tutti cittadini italiani che hanno vissuto e stanno vivendo gli stessi problemi e la stessa emergenza».

Non sarà, però, agevole inserire risorse specifiche nel decreto Sostegni bis che sta per approdare alla Camera, avverte il deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi. «Mentre al Senato c’era un articolo specifico dedicato alla scuola, non sappiamo se anche il nuovo testo lo prevederà. Come gruppo riproporremo senz’altro il tema, ma la strada è tutta in salita. Spiace constatare – conclude l’esponente renziano – che non ci sia più traccia dell’intesa istituzionale tra tutti i partiti, che consentì di recuperare 300 milioni per le paritarie nel decreto Rilancio. Un anno dopo, siamo tornati ad alzare muri e a discriminare tra scuole e studenti di serie A e di serie B. Un grave errore».




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