martedì 4 gennaio 2022
Il governatore: servirebbero 20-30 giorni di didattica a distanza. Ma Bianchi tira dritto. Oggi vertice delle Regioni. Ancora polemiche su possibili misure ad hoc per i non vaccinati
Scuola e Dad. Il Governo va avanti: tutti in presenza

Ansa

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Non ci sarà alcuno slittamento della riapertura delle scuole: dopo la pausa natalizia, tutti dovranno rientrare in classe tra il 7 e il 10 gennaio, a seconda dei calendari regionali. È tardo pomeriggio, quando il governo lascia filtrare l’anticipazione che conferma l’intenzione, più volte ribadita dallo stesso ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, di ripartire regolarmente in presenza, puntando sull’accelerazione della campagna vaccinale, anche tra gli studenti e implementando gli screening. La decisione definitiva sarà presa dal Consiglio dei ministri di domani, ma non dovrebbe cambiare nulla rispetto alle indiscrezioni circolate. Non c’è spazio, insomma, per «i 20-30 giorni» di didattica a distanza, chiesti in prima battuta dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per aumentare il numero di studenti vaccinati e tenere sotto controllo la pandemia.

Che sembra sia esplosa proprio tra giovani e bambini. Stando all’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di Sanità, circa un contagio su quattro, il 24%, riguarda nell’ultima settimana bambini e ragazzi in età scolare under 20. Il numero dei ricoverati sotto i 19 anni è aumentato, nel giro di un mese, da 8.632 a 9.423, quasi 800 in più (791 per la precisione), come anche i ricoveri in terapia intensiva, da 251 e 263. E anche la campagna vaccinale, per la fascia d’età 5-11 anni, procede a rilento, anche se non allarma, per ora, i pediatri. «Siamo ottimisti – spiega Annamaria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria, Sip – nonostante i numeri non siano ancora del tutto significativi. Ad oggi abbiamo intorno al 9,23% delle prime dosi, con un interessamento di circa 340mila bambini su una platea di 3 milioni e mezzo tra 5-11 anni. Sono ancora un po’ pochi». Intanto, continua a far discutere (e divide la maggioranza), la proposta delle Regioni di prevedere la didattica a distanza soltanto per gli studenti non vaccinati, in caso di due contagi in classe. La sospensione dalle lezioni in presenza sarebbe di dieci giorni, con rientro soltanto a seguito di tampone negativo. Per i vaccinati, invece, ci sarebbe soltanto l’autosorveglianza di cinque giorni.

La misura, però, non piace a Movimento 5 stelle e Lega, che parlano di «discriminazione » tra studenti e trova l’opposizione anche dei presidi. «Se queste sono le proposte, ai “no-vax” andrà aggiunta a breve la categoria dei “no-school”», denuncia il presidente dell’associazione presidi di Roma, Mario Rusconi. Mentre il presidente nazionale Anp, Antonello Giannelli, rilancia: «Sapevamo che a gennaio i contagi avrebbero raggiunto un picco e abbiamo già chiesto che il Cts si pronunci dando nuove indicazioni sia sul protocollo di gestione delle quarantene, da allineare al decreto-legge 221/2021, che sull’utilizzo delle mascherine Ffp2. La scuola ha bisogno di programmazione e anche le famiglie devono sapere che cosa succederà – riprende Giannelli –. Speriamo che il ministero della Salute sia in grado di fornire con tempestività indicazioni chiare.

L’unica “arma” contro la Dad resta la vaccinazione», conclude Giannelli. Per approfondire il tema della gestione dei contatti, in particolare quelli in ambito scolastico, per oggi pomeriggio è convocata la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in seduta straordinaria. Infine, al via dalle 8 di oggi le iscrizioni online all’anno scolastico 2022/2023. Gli interessati potranno inoltrare la domanda per tutte le classi prime della scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado statale fino alle 20 del prossimo 28 gennaio. L’adesione alle iscrizioni online resta facoltativa per le scuole paritarie.

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