martedì 4 maggio 2021
Il ministro ha parlato anche di precari, pensionamenti e rinnovamento della didattica. Giovedì sciopero indetto da Usb
Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi

Il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi - Ansa

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"Nei prossimi 10 anni avremo 1 milione e 400 mila ragazzi in meno, avremmo quindi dovuto avere tanti insegnanti in meno. Abbiamo bisogno di prof per avere classi più piccole e aumentare il tempo scuola. Dobbiamo uscire dalla meccanica lineare tot docenti-tot studenti. Abbiamo bisogno anche di più dirigenti. I dirigenti hanno una funzione fondamentale, non abbiamo dato il giusto peso alla gravosità degli impegni che hanno avuto, va e andrà riconosciuto di più nel confronto contrattuale". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, in audizione presso le Commissioni congiunte Istruzione del Senato e Cultura della Camera sulle linee programmatiche del suo mandato. Il ministro ha parlato anche di stabilizzazione dei precari, pensionamento degli insegnanti e rinnovamento della didattica anche per arginare la dispersione scolastica.

Intanto per giovedì 6 maggio è annunciato uno sciopero generale indetto da Unione Sindacale di Base, Cobas Sardegna, Unicobas, Cub e Osa "contro il Recovery fund della digitalizzazione e delle competenze voluto dal governo Draghi, con manifestazione alle ore 10 al ministero dell'Istruzione".

Ecco i punti salienti del discorso del ministro.

Lotta alla dispersione: l'estate "ponte" verso il nuovo anno

"La pandemia come choc esterno ha esasperato le diversità e messo a nudo delle situazioni non più sostenibili come il diritto allo studio: abbiamo un indice insostenibile di dispersione scolastica. C'è una dispersione esplicita, di chi non riesce a raggiungere titolo di studio, e chi lo consegue ma non ha le competenze adeguate. Dobbiamo iniziare fin dall'estate a fare un ponte verso l'anno prossimo usando fondi già in carico al ministero, 150 milioni. Altri 320 milioni li metteremo a disposizione per una struttura di supporto che dall'estate si proietti all'anno prossimo: inizieremo ad avere una scuola più aperta e interattiva col territorio, come parte di una nuova fase di scuola. Altri 40 milioni li dedichiamo alla povertà educativa" con progetti che "si rivolgono alle aree periferiche e marginali: è una azione che va vista nella logica di un riequilibrio".

"Ci siamo presi l'impegno di darci un tempo per recuperare il principale vulnus del nostro sistema: non dare uguali opportunità ai nostri ragazzi. Il recupero delle diseguaglianze, dispersione, della povertà educativa segnano in modo negativo il nostro cammino del crescere. Il recupero di questi punti ci può portare a superare la lunga stagnazione in cui è il nostro Paese da troppo tempo".

Investire nella scuola per far crescere l'economia

"Investire in istruzione vuole dire aumentare il numero di coloro che sono in grado di partecipare alla crescita del Paese. Abbiamo bisogno di aumentare il livello di produttività e aumentare il numero di coloro che dispongono delle competenze necessarie per concorrere allo sviluppo del Paese. In questo momento non basta l'apprendimento continuo e diffuso ma occorre dare una 'accelerata'. La scuola motore del Paese non è solo una dichiarazione ovvia ma un piano di intervento che si muove sulla linea delle persone e un asse dell'organizzazione, col superamento della 'gabbia del Novecento'".

Più orientamento, per non lasciare soli famiglie e ragazzi

"Dobbiamo invece fare di più sulla riforma dell'orientamento, non lasciare famiglie e ragazzi soli; dobbiamo legare di più i cicli e gli ordini di scuola nel tempo: laurea anche triennale, Its con dignità e forza, percorsi di apprendistato o di esperienza all'estero, percorsi di volontariato, devono essere opzioni possibili e visionate per tempo. Continuiamo a enfatizzare il tema alla formazione delle tecnologie digitali ma questo riguarda tutti".

Programmare i pensionamenti degli insegnanti

"Bisogna programmare le uscite degli insegnanti: con l'Inps siamo riusciti ad avere per tempo le previsioni di uscita di quest'anno e dei prossimi 10 anni e ci vuole anno per anno la possibilità di reclutamento che tenga conto delle uscite per garantire continuità e stabilità nei processi di reclutamento. Inoltre la professione del docente va riconosciuta anche in termini salariali, servono carriere più articolate per i docenti e tutto il personale delle scuole".

La stabilizzazione dei precari

"Abbiamo il tema del transitorio: come recuperare coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità. Su quasi 500 mila posti comuni, abbiamo oltre 200 mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse: la cosa sbagliata e trattarli tutti allo stesso modo, sono persone con esperienze, titoli e esperienze diverse. Stiamo ragionando col Mef per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all'interno di una visione stabile per far partire la macchina di una assunzione regolare e continua".

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