lunedì 19 ottobre 2020
I disordini a San Ferdinando (Reggio Calabria) e a Castelvetrano (Trapani)
Braccianti positivi, quarantena scatena proteste in ghetti di Calabria e Sicilia

Toni Mira

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Mattinata di forti tensioni, con scontri con le forze dell’ordine alla tendopoli di San Ferdinando, dichiarata zona rossa sabato scorso dopo 14 positivi su 30 tamponi eseguiti. Una decisione presa dalla Regione Calabria e che riguarda gli oltre 250 immigrati ospitati nella struttura. All’alba un gruppo di loro ha provato ad uscire, come ogni giorno, per andare al lavoro. È il motivo per il quale sono qui, soprattutto ora che inizia la stagione della raccolta degli agrumi.

Ma con la zona rossa ora nessuno può entrare né uscire. È quello che le forze dell’ordine e i mediatori culturali hanno provato a spiegare. Ma dopo un paio di ore un gruppetto di una ventina di persone è tornato verso il cancello cominciando a lanciare sassi e oggetti contro carabinieri e poliziotti. Si tratterebbe degli stessi che sabato sera avevano già provato ad uscire, lanciando anche allora sassi, ferendo non gravemente due poliziotti. Ieri, oltre al lancio, hanno danneggiato i cancelli e la struttura dell’ingresso della tendopoli, quella dove vengono controllati. La situazione poi si è calmata, ma non sono da escludere nuove proteste.

Toni Mira

E purtroppo si tocca con mano ancora una volta la mancanza di soluzioni abitative vere per i braccianti immigrati, aggravata ora dall’emergenza sanitaria. Se ne fa interprete il sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi, dopo aver espresso «sgomento e indignata delusione» per «la rabbiosa contestazione messa in atto» e «la più profonda gratitudine dell’amministrazione comunale alle forze dell’ordine che, spesso, pagano in prima persona le conseguenze di una politica distante o indifferente rispetto a un fenomeno sempre più spinoso e gravemente drammatico».

Quanto accaduto, conferma il primo cittadino, «è l’ennesima testimonianza di un malessere molto più diffuso che reclama, da una parte, il rapido superamento della Tendopoli di San Ferdinando ma, anche, una strategia risolutiva delle dinamiche migratorie in tutta la Piana». E, conclude, «per l’ennesima volta e con rinnovata energia, chiedo al governo centrale e all’istituzione regionale di intervenire per governare la complessità di un fenomeno che può trasformarsi in risorsa ma anche generare derive violente e antidemocratiche».

E cresce la preoccupazione anche a Castelvetrano, in provincia di Trapani, dove 6 migranti lavoratori stagionali sono risultati positivi. Si tratta degli immigrati impegnanti nella raccolta delle pregiate olive "Nocellara del Belice" sistemati in un ex cementificio: circa 800, senz’acqua e senza luce. Il sindaco di Castelvetrano, Enzo Alfano, ha comunicato all’Asp la possibilità di ospitare i sei lavoratori nella scuola Borgo Selinunte per la quarantena ma la tensione è alta.

«È ragionevole pensare che i positivi siano molti di più» afferma Alfano. Il campo sorge tra i Comuni di Castelvetrano e Campobello e i sindaci hanno più volte segnalato la necessità di un’accoglienza con un sito idoneo. Ora il timore è che possa svilupparsi un focolaio. «La situazione è molto seria – denuncia anche il sindaco di Campobello, Giuseppe Castiglione –. Abbiamo appreso dei primi due lavoratori positivi perché si sono recati in ospedale per altri problemi di salute, ma erano completamente asintomatici. Quando domenica è stato sottoposto al tampone un campione di 5 lavoratori migranti stagionali, tre sono risultati positivi».

Più tranquilla la situazione nei ghetti del Foggiano. Tra quello di Borgo Mezzanone e quello di Torretta Antonacci, da agosto ad oggi sono stati riscontrati una quindicina di positivi che anche se asintomatici sono stati ricoverati. In vista di un possibile aumento proprio a Borgo Mezzanone Regione e Asl, in collaborazione con la Prefettura, stanno predisponendo 50 moduli abitativi per l’isolamento fiduciario, con la presenza di medici.

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