venerdì 6 maggio 2022
Morti i due scafisti. Sulla banchina del porto da fine aprile vivono in una tenda una cinquantina di bambini senza genitori. Il sindaco: «Non sappiamo dove metterli»
Due migranti sono morti dopo che l'imbarcazione sulla quale si trovavano assieme ad altri oltre 100 profughi ha impattato contro un vecchio pontile ormai in disuso sul litorale di Siderno, 06 maggio 2022. L'imbarcazione, secondo quanto é stato possibile ricostruire, si è inclinata, a causa del mare molto mosso facendo cadere in acqua alcune delle persone a bordo. I corpi delle due vittime sono stati portati a terra. Un terzo migrante è stato tratto in salvo e portato a riva.

Due migranti sono morti dopo che l'imbarcazione sulla quale si trovavano assieme ad altri oltre 100 profughi ha impattato contro un vecchio pontile ormai in disuso sul litorale di Siderno, 06 maggio 2022. L'imbarcazione, secondo quanto é stato possibile ricostruire, si è inclinata, a causa del mare molto mosso facendo cadere in acqua alcune delle persone a bordo. I corpi delle due vittime sono stati portati a terra. Un terzo migrante è stato tratto in salvo e portato a riva. - ANSA/ ANTONELLO LUPIS

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Sbarco con morti e dispersi questa mattina sulle coste joniche calabresi. La tragedia è accaduta a Siderno, grosso centro della Locride. Una barca a vela con 109 immigrati, in prevalenza afghani, tra i quali donne e bambini, per il maltempo, il mare grosso e un forte vento di scirocco è andata a sbattere contro il vecchio pontile di Siderno rovesciandosi.

Secondo le prime informazioni ci sarebbero due morti, i due scafisti, e si temono alcuni dispersi. Sul posto la Guardia Costiera, carabinieri, polizia e i volontari della Croce rossa. Presenti i sommozzatori. I profughi salvati verranno trasferiti nel centro di accoglienza di Siderno superiore. Il sindaco Mariateresa Fragomeni ha parlato di una vera e propria emergenza: “Per martedì il prefetto ha convocato un incontro con tutti i sindaci della Locride, bisogna essere pronti ad affrontare attrezzati questo tipo di emergenza”.

Dall’inizio dell’anno sulle coste calabresi sono approdate più di 1.700 persone, mentre l’anno scorso erano state appena 200.

Situazione tutta particolare a Roccella Jonica, dove, sulla banchina del piccolo porto, decine di giovani immigrati stanno in fila per ritirare il pranzo. Sono minori non accompagnati approdati nella cittadina tra il 29 e il 30 aprile. In tutto ne sono arrivati poco più di cento. Per metà è stata trovata una sistemazione, gli altri da una settimana dormono, mangiano e tutto il resto nel porto, ospitati nella tensostruttura gestita dalla Croce rossa, l’unica attualmente operativa a Roccella, ma solo con 150 posti.

E il sindaco Vittorio Zito torna a denunciare. «È l’unico caso in Italia in cui il comune fa da solo. Non ci basta la vicinanza. Non ci basta il pur importante sostegno del prefetto. Perché non viene dichiarata l’emergenza sbarchi a Roccella? Così potrebbe intervenire il ministero dell’Interno. Se il ministero si assumesse la responsabilità nella gestione degli sbarchi noi daremmo il massimo aiuto, come già facciamo».

I numeri di quest’anno giustificano il suo allarme. Da inizio 2022 sono sbarcate in Italia poco più di 11mila persone, di queste circa 1.200, più del 10%, sono arrivate nel piccolo paese calabrese. E sarebbero state anche di più se una barca con 218 persone non fosse stata dirottata su Crotone per evitare ulteriori difficoltà a Roccella. Numeri in fortissimo aumento rispetto al 2021, che era già stato un anno da record.

«Fino a 200 persone ce la facciamo, ma se ne arrivano 600 in un giorno, come una settimana fa, non ce la facciamo – denuncia il primo cittadino –. E quest’anno ne arriveranno sicuramente di più. Ci hanno indicati come eroi per aver accolto lo scorso anno 5mila persone, ma se quest’anno ne arriveranno 10mila, e sono ottimista, saremo stolti».

Roccella Jonica ha dimostrato di essere aperta all’accoglienza ma all’interno di un sistema più ampio: «Ci sono due variabili indipendenti: gli immigrati vanno soccorsi e chi li soccorre decide il porto sicuro dove farli sbarcare. Ma la capacità della struttura comunale non è indipendente. Se collassa che succede?».

Oltretutto la necessaria ristrutturazione dell’edificio comunale che fino all’anno scorso ospitava gli immigrati, comunque solo un centinaio, tarderà. «Abbiamo scoperto che non era stato accatastato, e quindi risultava ancora di privati. Così non si può ancora fare il bando per i lavori per i quali ci vorrà più di un anno».

Dunque per la prossima estate, stagione favorevole per gli approdi, resta solo l’insufficiente tensostruttura. Il sindaco fa una proposta. «Quando i numeri sono alti, superiori alle nostre possibilità, l’identificazione degli immigrati andrebbe fatta altrove. Sbarcano e vengono portati in luoghi più adatti. Il problema, infatti, non è solo dei locali dove ospitarli, ma anche i servizi di assistenza, il cibo, l’acqua, che al porto è difficile assicurare ». Oltretutto a carico del comune. «Abbiamo un’esposizione finanziaria enorme. Stiamo ancora discutendo col ministero per i rimborsi del 2020». Quando le persone arrivate furono “solo” 2.500. Problemi economici e di organizzazione. «Io dovrei smaltire le brandine utilizzare per far dormire gli immigrati, ma non ho il personale per farlo».

E allora, insiste il sindaco, «oltre alla dichiarazione di emergenza, ci vorrebbero locali, e un bando per affidare l’accoglienza a qualcuno che professionalmente lo sa fare. E poi ci vuole una tempistica certa». Roccella, per ora, ha accolto senza tensioni, con solidarietà e impegno, «ma se non si interviene corriamo il rischio di avere problemi di accettabilità sociale».

Con una preoccupazione particolare per i minori non accompagnati: «L’anno scorso ne sono arrivati 450, ai quali ho fatto da “padre adottivo”, come prevede la legge. Quest’anno siamo già a più di 130». Tra loro quelli che da una settimana hanno per casa una tenda nel porto.

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