mercoledì 29 luglio 2020
Intanto sono stati inviati 400 militari nei centri in Sicilia. A Lampedusa nave traghetto per quarantena. Ma si guarda anche a Nord: rinforzi a Gorizia
Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese con il presidente della Tunisia, Kais Saied

Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese con il presidente della Tunisia, Kais Saied - Ansa / Epa

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Al rientro da Tunisi, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese lavora sulle conseguenze della ripresa dei flussi migratori via mare. L’aumento degli arrivi dalle coste tunisine, le fughe dai centri di Porto Empedocle e Caltanissetta e i timori legati alla diffusione del Covid–19 tengono in tensione l’esecutivo Conte, impegnando sia il ministero degli Esteri – con Luigi Di Maio che chiede all’Ue di far ripartire le «redistribuzioni» di profughi, sospese durante la pandemia – che lo stesso Viminale, che finisce per fare da parafulmine sia alle preoccupazioni in maggioranza (col segretario del Pd Nicola Zingaretti che chiede al governo di «affrontare con urgenza e in modo adeguato» la questione), sia agli strali del centrodestra.

Dialogo con Tunisia e Ue. I timori per un «pericolo sanitario» hanno convinto la titolare del Viminale a muoversi sia sul fronte interno che su quello del dialogo diplomatico. Ieri Lamorgese ha avuto una conversazione telefonica con la commissaria Ue per gli Affari interni Ylva Johansson, competente sui fenomeni migratori, alla quale ha rinnovato la richiesta di supporto della Commissione. La risposta della commissaria, dicono ad Avvenire fonti di governo, «è stata positiva e nei prossimi giorni dovrebbero vedersene gli effetti». La telefonata fa seguito alla missione lampo dell’altro ieri a Tunisi, dove il ministro italiano ha incontrato il presidente Kais Saied, ottenendo un impegno ad «affrontare insieme» l’emergenza (è di ieri la notizia del fermo a Tunisi di due imbarcazioni in partenza). Secondo la Farnesina, inoltre, urge far ripartire i voli charter di rimpatrio verso la Tunisia, sospesi durante la pandemia, per riportare a casa chi non ha diritto al riconoscimento del diritto di asilo.

Nave–quarantena e militari. Il Viminale sta alleggerendo l’hotspot di Lampedusa: ieri, dopo diversi trasferimenti a Porto Empedocle, Catania, Reggio Calabria, c’erano 818 persone. Per creare un cordone di sicurezza attorno ai centri d’accoglienza siciliani, verranno inviati 400 militari (individuati fra quelli aggiunti ai 7mila del dispositivo Strade sicure, da prorogare nel “decreto agosto”). Inoltre ieri è scaduto il termine del bando da 4,8 milioni di euro per la manifestazione di interesse rispetto al noleggio di una nave traghetto: nel rispetto del distanziamento, dovrebbe consentire la quarantena di 460 migranti, stazionando davanti a Lampedusa fino al 31 ottobre. Intanto, è salito a 10 il numero di persone positive al Covid sbarcate sabato nel porto di Pozzallo dalla nave mercantile Cosmo: «Abbiamo un problema di salute pubblica, non di nazionalità – considera il ministro Di Maio. Sul fronte della rotta balcanica, il contingente di 65 militari di stanza a Gorizia verrà aumentato a 100 unità. E Lamorgese ringrazia forze di polizia, Guardia costiera e Esercito impegnati «senza sosta, in prima linea» nelle operazioni di sbarco ed identificazione e «nella tutela della sicurezza delle comunità locali più esposte sul fronte dell’accoglienza».

Decreti sicurezza. Il segretario dem Zingaretti chiede all’esecutivo un «impegno straordinario su più fronti», compresa la «difesa dei diritti umani» e la «ricostruzione della rete di accoglienza in Italia», coniugando «solidarietà e sicurezza». Domani sera è previsto al Viminale il nuovo vertice tra il ministro dell’Interno e gli esponenti di M5s, Pd, Iv e Leu sulle modifiche ai decreti sicurezza del 2018 e 2019 targati Matteo Salvini, partendo dai rilievi mossi dal Quirinale. Nell’ultima bozza, datata 14 luglio, erano entrate diverse proposte delle forze politiche. Il testo potrebbe andare in Cdm a settembre.

Centrodestra all’attacco. Forza Italia, Fdi e Lega annunciano interrogazioni parlamentari. Il segretario leghista Matteo Salvini incalza: «Abbiamo un governo di incompetenti e complici degli sbarchi. Non servono militari, ma sigillare i porti. Io l’ho fatto e vado a processo» afferma, facendo riferimento alla richiesta d’autorizzazione a procedere dei magistrati su cui domani voterà l’Aula del Senato. Se oltre a M5s, Pd e Leu anche Italia viva (in dubbio) dovesse dare il via libera, l’Aula ribalterebbe il parere della Giunta per le immunità, concedendo l’autorizzazione.

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