mercoledì 21 dicembre 2022
Partiti dalla Turchia hanno affrontato un viaggio in mare di 6 giorni, e alcuni hanno pagato oltre 8mila euro a persona
Una barca a vela con 96 persone a bordo in salvo a Santa Maria di Leuca

Caritas Ugento-Santa Maria di Leuca

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Il Natale porta sulle coste salentine l’ennesimo carico di umanità in fuga da violenze e soprusi. Nella notte nel porto di Santa Maria di Leuca è arrivata una barca a vela con a bordo 96 profughi: 78 afghani (53 adulti e 18 minori accompagnati di sesso maschile, 25 di sesso femminile di cui 6 minori accompagnati) e 18 iraniani (14 di sesso maschile e 4 di sesso femminile di cui 1 minore accompagnato), sia curdi sia persiani. Tante famiglie giovani, con figli molto piccoli, tra i quali 5 neonati. E anche alcuni disabili adulti.

L’imbarcazione era stata individuata nella tarda serata di martedì al largo di Leuca dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari. Ed erano intervenute le motovedette delle Sezioni Operative Navali della Finanza di Otranto e Gallipoli. La barca, battente bandiera Usa, porta il nome “Starlife”, stella della vita, che è il simbolo internazionale del soccorso. Un'incredibile coincidenza.

Dunque neanche la stagione invernale blocca la rotta turca diretta sulle coste pugliesi, calabresi e in parte anche siciliane. Il 16 dicembre un’altra barca a vela era stata trovata infranta contro di scogli della costa di Andrano, poco più a nord di Santa Maria di Leuca. Quasi certamente abbandonata dagli scafisti dopo aver sbarcato un altro gruppo di immigrati, come accaduto altre volte sulle coste salentine.

E nelle acque pugliesi negli ultimi giorni sono comparse due imbarcazioni “fantasma”, una barca a vela e un peschereccio. Come accertato dalle forze dell’ordine, si tratta delle imbarcazioni legate a due soccorsi avvenuti nei giorni scorsi, uno nelle acque calabresi (80 immigrati portati a Crotone), l’altro in quelle siciliane (580 immigrati portati a Messina, Catania e Augusta). Le due imbarcazioni erano state abbandonate, per le pessime condizioni del mare, e le correnti le hanno portate fino in Puglia, dove ora sono state recuperate per essere poi smantellate. Non si tratta dei primi casi, a conferma del fortissimo aumento degli affari dei trafficanti turchi. Anche perché aumenta la pressione dei profughi, soprattutto afghani e curdi ma ora anche iraniani. Ad accoglierli anche la scorsa notte operatori e volontari della Caritas di Ugento-Santa Maria di Leuca, col direttore don Lucio Ciardo che ci dice: «E’ stata una notte lunga, dura e impegnativa. Ma come sempre dovevamo esserci». Hanno portato bevande calde, biscotti, succhi di frutta, vestiti e scarpe. Ma soprattutto ascolto. Efficienti e accoglienti, professionalità e cuore.

«Siamo stati avvisati alle 23,30, sul gruppo Whatsapp delle emergenze, che la barca sarebbe arrivata in porto all’1,30, è così è stato, anzi qualche minuto prima del previsto» ci racconta Massimo Buccarello, mediatore della Caritas diocesana. «Le persone erano tutte chiuse sotto coperta, uno spazio ricolmo di gente, strettissime. Partiti dalla Turchia hanno affrontato un viaggio in mare di 6 giorni, e alcuni hanno pagato oltre 8mila euro a persona. Sono arrivati stanchissimi e infreddoliti», ci racconta ancora Massimo. E dietro i numeri tante storie. «Tante le famiglie molto giovani, con genitori ventenni ma quella che ci ha colpito di più è stato un nucleo familiare di età più avanzata che ci ha chiesto aiuto con molta dignità. Avevano una figlia e il fratello della moglie con evidente disabilità mentali. Il padre ha ringraziato dell’aiuto fornito da tutti e ha pregato per noi». Storie di drammi e di speranze dell’ultimo, ma non è detto, sbarco di un anno che anche in Salento è stato da record.

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