lunedì 11 giugno 2018
Madrid offre ad Aquarius il porto di Valencia dopo il rifiuto di Malta e Italia. Salvini: vittoria. Ma 900 persone (e due cadaveri) sono a bordo di una nave della Guardia costiera italiana
Una foto di Sos Mediterraée dall'interno della nave

Una foto di Sos Mediterraée dall'interno della nave

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Ancora non si sblocca la vicenda della nave Aquarius della ong Sos Mediterranée con a bordo 629 migranti soccorsi in diverse operazioni al largo della Libia, alla quale il ministro dell'Interno Salvini da domenica non ha consentito di approdare nei porti italiani.

La Spagna ha offerto approdo a Valencia, ma è assai improbabile che la nave, piena fino al limite e in difficoltà per gli approvvigionamenti e le condizioni sanitarie, possa navigare per 4 o 5 giorni. Nella tarda serata di lunedì Aquarius è ancora ferma a 35 miglia dall'Italia e a 27 da Malta, in attesa di ricevere indicazioni.

Nel primo pomeriggio Madrid ha dato istruzioni perché la Spagna «rispetti gli impegni internazionali in materia di crisi umanitarie» e accolga a Valencia la nave. «È nostro dovere aiutare ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire “un porto sicuro” a queste persone, rispettando così gli obblighi del diritto internazionale», ha affermato il governo socialista guidato da Pedro Sanchez.

«Avevamo chiesto un gesto di solidarietà da parte dell'Unione Europea su questa emergenza. Non posso che ringraziare le autorità spagnole per aver raccolto l'invito»; è il commento del premier Giuseppe Conte, da Accumoli dove è in visita alle zone terremotate, che ha spiegato che la decisione della Spagna va «nella direzione della solidarietà».

Salvini dal canto suo in una breve conferenza stampa in via Bellerio a Milano, sede della Lega, dove ha partecipato al Consiglio federale, ha parlato di "vittoria" e di un "primo obiettivo raggiunto". Poi ha elencato i prossimi obiettivi del suo ministero: aprire il fronte europeo, in modo che la Ue "adempia ai suoi doveri".

Poi una riflessione sul costo dell'accoglienza, i "famosi" 35 euro che costa ogni migrante inserito nel sistema di protezione gestito da dagli enti locali. "Vogliamo che questa cifra rientri nella media europea, per spendere meno. E voglio vedere se queste cooperative continueranno a essere generose e solidali anche con meno soldi".

Infine ha preannunciato che il governo terrà lo stesso comportamento con altre navi come l'Aquarius. Il riferimento più prossimo è a una ong tedesca che usa la nave Sea Watch 3, battente bandiera tedesca, ma che fino alla serata di lunedì non aveva nessun migrante a bordo.

A bordo dell'Aquarius anche 7 donne incinte

La nave Aquarius con a bordo 629 migranti soccorsi nelle ultime ore continua intanto a vagare nel Mediterraneo con delle situazione sanitarie da affrontare subito, fa sapere Medici senza frontiere, «in particolare di 7 donne incinte e 15 persone ustionate, oltre a parecchi migranti con sintomi di ipotermia».

Il viaggio verso Valencia potrebbe durare 4 o 5 giorni, e già pone seri problemi di approvvigionamento: in serata un'imbarcazione della Marina Militare maltese ha assicurato un rifornimento di acqua (950 bottigliette) e pasta e snack, ma di certo non bastano per affrontareil mare aperto con un carico umano precario e già sfinito. La disperazione e la paura di essere rimandato in Libia non sono ancora tramontate: un uomo ha minacciato di buttarsi in mare.

Altre 900 persone (e due cadaveri) in arrivo a Catania

Intanto si prepara un'altra ondata di sbarchi: domenica nel Mediterraneo centrale sono stati soccorsi altre 900 migranti, nel corso di sette diversi interventi coordinati dalla Guardia costiera italiana. I migranti si trovavano a bordo di 5 gommoni, un barcone e un barchino. Sono intervenute diverse motovedette della Guardia costiera (CP 310, 319, 268, 301), la nave Diciotti della Guardia costiera, assetti EunavforMed e alcune motonavi (mercantili e supply vessel). Le 900 persone, imbarcate tutte sulla Diciotti, ora fanno rotta verso Catania. A bordo ci sono anche 2 cadaveri.

La linea dura del ministro Salvini

«L'Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c'è chi dice no» il commento perentorio del ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha rinnovato l'hashtag #chiudiamoiporti lanciato nella giornata di domenica.

«Malta non può dire di no a qualsiasi richiesta di intervento», aveva attaccato Salvini, che domenica, in vari post accompagnati dall'hashtag #chiudiamoiporti, diventato trendtopic, ha rivendicato la linea della fermezza. «Nel Mediterraneo ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, c'è Malta che non accoglie nessuno, c'è la Francia che respinge alla frontiera, c'è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l'Europa che si fa gli affari suoi. Da oggi anche l'Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell'immigrazione clandestina».

Malta «non può continuare a voltarsi dall'altra parte quando si tratta di rispettare precise convenzioni internazionali in materia di salvaguardia della vita umana e di cooperazione tra Stati», scrivono in serata in un comunicato congiunto Salvini e il collega pentastellato Toninelli, delle Infrastrutture, da cui dipende la Guardia costiera.

Ma La Valletta si smarca: «Il nostro governo non è né l'autorità che coordina né ha competenza sul caso» dell'Aquarius, dice un portavoce del governo. «Il salvataggio è stato coordinato da Roma».

Nel comunicato dei due ministri si ribadisce la richiesta alla Valletta di «accogliere la Aquarius per un primo soccorso ai migranti a bordo», mentre nessun accenno viene fatto alla paventata chiusura dei porti italiani, ed anzi l'ultima frase - «Noi continueremo a salvare vite umane, altri restano nel torto» - suggerisce che l'Italia continuerà ad accogliere, se necessario. Sta di fatto, però, che nave Aquarius peregrina ancora nel Mediterraneo - attualmente viene localizzata a 27 miglia da Malta e a 35 dall'Italia - «senza nessuna indicazione - dicono da bordo - di dove approdare».

«L'Europa deve battere un colpo, questa vicenda dimostra che siamo stati lasciati soli. Mentre noi siamo stati disposti per anni ad accogliere migliaia di migranti, Malta non è disponibile ad accogliere centinaia. Questa Europa non è solidale e o l'Ue diventa solidale o è un problema per il Paese». Lo afferma il vice premier Luigi Di Maio al termine del vertice a Palazzo Chigi nel quale il governo ha affrontato il caso Aquarius. «Spero che le massime autorità intervengano e ci diano una mano».

La situazione a bordo

Sulla nave di Sos Mediterranee c'è anche il personale di Medici senza frontiere, che sta assistendo i 629 migranti soccorsi in sei operazioni, tra cui una particolarmente complessa, con un gommone che si è rovesciato facendo cadere in mare le 40 persone che lo stipavano. Sull'Aquarius ci sono anche 123 minorenni non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte.

«Non è pensabile», dice il personale della Ong, che la nave possa continuare per giorni la sua peregrinazione per mare. Anche perché, la preoccupazione principale di tutte le organizzazioni umanitarie, è che in questo contenzioso tra Stati a rimetterci siano i migranti. «Oltre 750 morti nel Mediterraneo nel 2018: il salvataggio di vite in mare deve restare una priorità assoluta di ogni governo», ammonisce l'Unhcr, mentre il timore di Msf è che «ancora una volta la politica degli Stati europei sia posta al di sopra delle vite delle persone».

La mossa dei sindaci

Intanto, da Napoli a Trapani fino a Palermo, Messina e Livorno (con un caso, a dire il vero, di offerta poi ritirata) i sindaci stanno dando la loro disponibilità per accogliere i naufraghi dell'Aquarius. Tutto è partito con il passo avanti di Luigi De Magistris: "Se un ministro senza cuore lascia morire in mare donne incinte, bambini, anziani, esseri umani, il porto di Napoli è pronto ad accoglierli. Noi siamo umani, con un cuore grande. Napoli è pronta, senza soldi, per salvare vite umane" ha scritto su Twitter il sindaco di Napoli. Stessa posizione per il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha sottolineato come sia l'Italia col ministro Salvini a violare le leggi internazionali.

Un caso, invece, il post del sindaco grillino di Livorno Filippo Nogarin: "Siamo pronti ad aprire il porto di Livorno e accogliere la nave Acquarius con il suo carico di 629 vite umane. Ho già dato la nostra disponibilità al ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, e ne ho parlato con il presidente della Camera Roberto Fico" ha scritto su Facebook. "Io capisco perfettamente che si voglia dare un segnale all'Europa, chiedendo un cambio di passo sulle politiche migratorie ma questo braccio di ferro con Bruxelles non può essere fatto sulla pelle di centinaia di uomini, donne e bambini". Il post, tuttavia, poco dopo è stato rimosso dal social network senza alcuna spiegazione. Un fatto che ha sollevato un'ondata di polemiche, a partire dal Partito democratico, che ha chiesto a Nogarin di "liberarsi delle catene dei diktat del governo gialloverde".

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